Violenza nei media: risposte e argomentazioni sugli effetti di programmi, musica e videogiochi violenti sugli adolescenti.
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La violenza è sempre stata parte della vita dell’uomo e rappresenta una caratteristica profonda della nostra specie. Tuttavia, l’avvento dei media (TV, videogiochi e altri canali), preponderante negli ultimi trent’anni, ha mostrato un rapido aumento della violenza e delle scene che promuovono comportamenti violenti. Come influisce la violenza nei media sulla vita di tutti i giorni? Quali sono i suoi effetti sugli adolescenti? Proviamo a individuarne risposte.
Lo sviluppo particolarmente massiccio dei media ha notevolmente trasformato la vita di tutti e la sua qualità.
Un tempo non si guardava la TV come oggi, con la possibilità di vedere e rivedere qualsiasi tipo di programma in ogni momento. Non esistevano videogiochi in grado di catturare mentalmente e fisicamente adolescenti e giovani. E ancora, non era possibile scaricare musica e ascoltarla praticamente ovunque. Non esisteva la pubblicità e i cellulari non avevano collegamento a Internet, che oggi consente di vedere video, ascoltare musica, giocare.
Oggi bambini e adolescenti passano davanti alla TV o agli altri media moltissimo tempo.
Sono oltre 15 le meta-analisi pubblicate sulla correlazione tra violenza nei media e aggressività.
Tutte dimostrano che l’eccessiva esposizione alla violenza conduce allo sviluppo di comportamenti, pensieri e sentimenti aggressivi, all’eccitazione psicologica volta alla violenza. Ciò mortifica il comportamento pro-sociale.
Questa esposizione può tradursi nello sviluppo di comportamenti negativi, come insolenza e disubbidienza nei bambini o adulti poco aperti verso le esigenze altrui.
Il genere umano, in ogni sua fase della vita (bambino, adolescente, adulto), è naturalmente incline all’imitazione di ciò che vede fare.
Per questo motivo immagini violente o canzoni che incitano all’aggressività diventano incentivo allo sviluppo di pensieri e sentimenti aggressivi che sono già presenti nella mente umana.
Ciò non significa che vista una volta una determinata scena, questa venga ripetuta immediatamente (può accadere nei bambini che non hanno cognizione di causa).
Tuttavia, l’eccessiva esposizione a scene violente può far diventare “accessibili” pensieri e sentimenti violenti che influenzano il comportamento della persona.
I media risultano invasivi, catturano le persone con i propri mezzi di proiezione, velocità e movimenti, musica e parole.
Talvolta i media impediscono persino, a chi è più suggestionabile di riflettere e avere un auto-ascolto. In questo modo non si ha una visione d’insieme, ma solo una ridotta capacità di giudizio.
Ciò porta irrimediabilmente a due effetti generali:
A ciò sarebbe importantissimo che gli adulti (genitori o chi ne fa le veci) anteponessero la propria spiegazione in modo tale da alleggerire le rappresentazioni, sopratutto quelle violente.
Oggi bambini e adolescenti guardano la TV complessivamente per un tempo maggiore rispetto al passato.
In media, è stimato che un bambino possa assistere a circa 10 casi di violenza alla TV ogni giorno e almeno 3 di questi conducono a morte. Crimi violenti, omicidi, terrorismo, violenza di altro genere sono all’ordine del giorno.
La TV presenta tre tipologie di violenza visibili quasi sempre: minacce, comportamenti violenti, conseguenze fisiche. Tutto ciò viene inoltre spettacolarizzato con immagini in successione nelle fiction, sottostimando le conseguenze.
Tutto ciò porta allo sviluppo di una correlazione tra l’esposizione duratura alla violenza in TV e l’aggressività. Anche se dimostrare quale sia la direzione di questa correlazione (causa-effetto) non è semplice: talvolta infatti scene violente possono influenzare soggetti deboli e portare all’aggressività, ma talvolta avviene anche il contrario, ossia, soggetti aggressivi tendono a prediligere scene violente.
Gli adolescenti hanno sicuramente maggiore abilità cognitive ed empatiche rispetto ai bambini. Grazie a queste capacità gli adolescenti possono attivare, durante la visione di scene violente, le propria capacità critica. Tuttavia, può accadere che qualcuno di essi prenda modelli violenti dalla TV e replicarli nella vita di tutti i giorni.
I videogiochi sono accusati di incoraggiare gli adolescenti alla violenza.
Molti sono i sostenitori di questa accusa. Numerosi studi dimostrano, infatti, che videogiochi violenti possono aumentare le probabilità che gli adolescenti sviluppino aggressività a breve o lungo termine.
Gli adolescenti li preferiscono spesso alla visione passiva della TV, giocando ai videogiochi essi possono agire attivamente e direttamente come protagonisti del gioco. E spesso, il gioco avviene nell’ambito della propria stanza, senza la sorveglianza dei genitori.
Anche l’industria musicale è, purtroppo, un mezzo che espone i giovani alla violenza.
Canzoni e album sono, infatti, si basano spesso su temi violenti, con testi che incitano alla violenza e a comportamenti di ribellione, di mancanza di rispetto (spesso nei confronti di genitori, autorità, istituzioni).
La presenza “attiva” degli adulti deve intendersi come supporto durante la visone TV, l’ascolto della musica, il gioco per spiegare, attribuire un senso, aiutare il bambino o l’adolescente a interpretare le immagini, i testi veicolati dai media.
Bambini e adolescenti sviluppano le proprie capacità critiche, le proprie abilità cognitive ed empatiche con la crescita. Non le acquisiscono alla nascita.
Per questo è importante che ogni adulto responsabile sappia monitorare l’accesso dei minori ai media, al fine di renderlo costruttivo e non distruttivo.