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Una famiglia di Varese da il buon esempio e da il via ad una sfida contro l’uso smodato della plastica. Vivere senza plastica si può e poi così difficile.
Vivere senza plastica: si può?
Hanno detto basta a buste non degradabili, imballi e contenitori di plastica i componenti di una tranquilla famiglia di Varese. L’iniziativa a cui ha aderito l’intera famiglia vuole dimostrare che è possibile vivere in un mondo senza plastica, un prodotto iper utilizzato oggigiorno ma che costituisce una vera e propria minaccia per l’ambiente. Chi pensa che sia impossibile vivere senza questo materiale si sbaglia di grosso e la famiglia di Varese ce lo dimostra.
Plastica: onnipresente nelle nostre case
Un materiale utile ma non indispensabile, la plastica negli ultimi anni ha avuto un boom di utilizzo diventando praticamente onnipresente nelle nostre case e nei nostri negozi. La possiamo trovare sotto forma di contenitori per i liquidi, borsette, imballaggi di frutta e verdura, giocattoli, utensili per la cucina, bottiglie dell’acqua e chi più ne ha più ne metta. Siamo così abituati a vederla quotidianamente attorno a noi che spesso non riusciamo ad immaginare un mondo senza. La plastica invece sta diventando, a causa del suo eccessivo utilizzo, un vero problema il nostro pianeta. Un problema che potrebbe essere evitato facilmente se tutti noi nel nostro piccolo facessimo delle scelte più ecologiche, diminuendo l’utilizzo di grossi quantitativi di plastica. Proprio quello che si è proposta di fare la famiglia di Varese che ha deciso di aderire ad un progetto di ecologia ambientale promosso dalla scuola elementare della città , in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Una sfida iniziata ormai quattro mesi fa a cui però la famiglia sembra aver preso gusto. Un’idea di quotidianità differente che guarda al passato puntando però al futuro. Un mondo senza plastica è possibile e lo dimostra questa famiglia di varese composta da madre, padre e il figlio di undici anni. La famiglia si è autoproclamata ”Famiglia Sballata”, una famiglia che dice di no a plastica e imballaggi.
I risultati della loro missione
In che modo la famiglia ha detto no alla plastica? Decidendo di utilizzare buste di stoffa per le spese quotidiane, bandendo le bottiglie di acqua in plastica in favore di quelle di vetro o dell’acqua del rubinetto. Anche i contenitori usa e getta di saponi e detersivi sono stati banditi dalla casa, preferendo prodotti sfusi. La madre, Chiara Ricardi, insegnante e il marito Lorenzo Serafin, architetto hanno intrapreso questo cammino ecologico coinvolgendo anche il figlio di undici anni Dario. Un progetto che già in quattro mesi ha mostrato degli ottimi risultati. La famiglia infatti ha pesato i rifiuti prodotti in un arco di quindici giorni e li ha poi confrontati con quelli prodotti con una famiglia di tre componenti dallo stile di vita ”normale”. Mentre la famiglia standard ha prodotto ben quattro chili e mezzo di spazzatura i Serafin ne hanno prodotta solo 600 grammi. Un risultato ottimo che fa sperare in un futuro migliore per il nostro ambiente.