Il vaccino trivalente, pur non essendo obbligatorio, è caldamente consigliato. Scopriamo cos'è e da che cosa ci protegge.
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Definito anche con la sigla MPR, il vaccino trivalente serve a prevenire la manifestazione del morbillo, della rosolia e della parotite (“orecchioni”) e, allo stesso tempo, a tenerne sotto controllo la diffusione, trattandosi di malattie potenzialmente letali che presentano sintomi più invalidanti se contratte da adulti. Tutte e tre si trasmettono per mezzo della saliva: ne bastano poche gocce per un contagio pressoché sicuro.
Grazie alla copertura che il trivalente riesce a garantire, le infezioni da cui difende non hanno più un’alta incidenza tra i bambini e permette di tutelare, in modo indiretto, anche la salute di chi non è vaccinato. Per una protezione ottimale a vita, vanno somministrate 2 dosi di vaccino, da iniettare ai bambini entro l’inizio della scuola elementare.
Esistono però casi in cui è opportuno agire in una fascia d’età diversa: bambini di pochi mesi che contraggono una di queste malattie ed adulti che non ricordano di averle passate dovrebbero, sotto autorizzazione e controllo medico, essere vaccinati.
Le iniezioni sono sottocutanee ed effettuate alla sommità del braccio. Si utilizzano campioni di virus vivi, tali da riconoscere e combattere i loro simili provenienti dall’esterno, ma non in grado di far ammalare il soggetto immunizzato mediante la loro carica virale, che risulta attenuata. Il vaccino trivalente non rientra nelle misure di prevenzione obbligatorie e, come tale, va pagato, ma è caldamente consigliato dalla maggioranza degli specialisti perché offre un ottimo livello di sicurezza.
È opportuno ricordare che il vaccino trivalente ha le caratteristiche di un farmaco e, come tale, non è esente da effetti indesiderati, sia locali che sistemici. D’altra parte, bisogna rassicurare gli interessati sul fatto che si tratta di conseguenze rare e, nella maggioranza dei casi, soltanto fastidiose. Le reazioni locali si possono manifestare entro 2 giorni dall’iniezione, con arrossamenti, gonfiori e dolore limitati al braccio, in corrispondenza dell’area in cui è stata fatta la puntura.
A partire dal quinto giorno potrebbero apparire risposte di carattere più generale, classificabili in: effetti sistemici lievi, moderati e gravi, con decrescente frequenza di riscontro. Tra quelli di scarsa entità rientrano deboli innalzamenti di temperatura, leggere eruzioni cutanee, gonfiori al viso e sul retro del collo. Dolori alle articolazioni, episodi convulsivi, abbassamento del valore delle piastrine (che può portare a contenute emorragie) e linfonodi alterati caratterizzano i più sporadici effetti moderati, mentre gravi reazioni allergiche si limitano a casi eccezionali.
Nonostante i vantaggi concreti del vaccino trivalente superino di gran lunga l’eventualità di rischi per la salute di bambini ed adulti, esistono situazioni in cui è meglio rimandare questa terapia preventiva, se non evitarla. Le donne in gestazione avranno cura, in modo particolare, di non contrarre la rosolia e posticiperanno la dose di MPR a parto avvenuto. Le donne che desiderano avere un bambino devono aspettare almeno 28 giorni dall’iniezione per un tentativo di concepimento.
L’idoneità deve essere valutata soprattutto in soggetti allergici alle proteine dell’uovo a seconda del livello di gravità; in persone sottoposte a terapia anti-tumorale; in cura con emo-derivati e in trattamento anti-retrovirale per tenere sotto controllo il virus HIV o immuno-soppressori in genere. Anche in presenza di bassi livelli di piastrine ed in concomitanza di altre iniezioni è meglio informare il medico.
I soggetti che, invece, devono evitare il vaccino trivalente sono tutti coloro che avessero manifestato una reazione allergica alle sostanze che lo compongono. Quanto, infine, alla presunta relazione fra MPR ed autismo, non esistono prove che confermino un rapporto causa-effetto con eventuali sintomi che potrebbero presentarsi in un secondo momento.