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Tre modi per indurre il travaglio

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Tutte le mamme si aspettano di partorire naturalmente al termine della gestione, tra la 40° e la 42° settimana, alcune volte però è necessario intervenire per far nascere il bambino in un momento diverso. Alcune volte, infatti, il bambino potrebbe entrare in sofferenza qualora si attendesse il normale termine, altre volte lo scadere della gravidanza trascorre senza che la madre abbia notato sintomi di un prossimo parto.

Quale che siano le ragioni che inducano i medici a fissare un parto pilotato, sono ormai diversi i metodi utilizzati per indurre il travaglio. Ad esempio c’è il parto con la “fettuccia”, una piccola striscia di tessuto che inserita in vagina rilascia gradualmente il prostaglandine, che stimola la contrazione.

Un altro metodo piuttosto utilizzato è quello del “palloncino”, che gonfiandosi provoca lo scollamento delle membrane e la conseguente produzione autonoma di prostaglandine. Infine, il metodo più conosciuto è quella della rottura manuale del sacco amniotico da parte dell’ostetrica o del ginecologo, la cosiddetta amnioressi.

Scritto da Giulia Mosca
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