Il daltonismo riguarda il 4% dei nuovi nati e consiste nell'incapacità di distinguere alcuni colori: come fare i test per il daltonismo ai bambini.
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Il daltonismo (tecnicamente chiamato discromatopsia) è definito come un’incapacità dell’occhio a percepire alcuni colori, del tutto o in parte. Di solito si tratta di una condizione genetica e congenita ma può insorgere anche in età adulta, a causa di danni agli occhi o in seguito a traumi cerebrali. Si stima riguardi il 4% dei nuovi nati e colpisce prevalentemente i maschietti. Nonostante sia congenito, può essere diagnosticato solo dopo i 2/3 anni, età in cui il bambino comincia ad esprimersi bene e a disegnare, elementi che possono farci sospettare questa condizione. Vediamo insieme come fare il test del daltonismo ai bambini.
Il primo mito da sfatare è che un bambino daltonico veda tutto in bianco e nero: non è assolutamente vero! Il difetto riguarda un’alterata percezione di alcuni colori, principalmente rosso e verde. Di solito i soggetti colpiti fanno fatica a distinguere colori a bassa saturazione, spenti. I coni, che fanno parte dell’occhio, sono le cellule deputate al riconoscimento dei vari colori e, di conseguenza, quelle colpite dal daltonismo. Come già detto, i daltonici possono avere difficoltà nel percepire e distinguere diversi colori; in particolare:
Ogni tipologia di daltonismo può essere più o meno grave e andare da un’incapacità nel riconoscere le sfumature cromatiche fino alla completa cecità verso quel colore. La tritanopia (blu) è estremamente rara e il difetto riguarda solitamente il verde e il rosso.
Come si fa a sospettare che il nostro bambino potrebbe essere daltonico? Solitamente questo accade quando iniziano a disegnare, dopo i 3 anni di età. Si può notare che il piccolo inizia a usare colori sballati rispetto alla realtà. A volte può dipendere da un’accesa fantasia, ma se questo diventa sistematico e coinvolge principalmente uno scambio tra rosso, verde e le loro sfumature, deve far scattare un campanello d’allarme. Un’altra situazione che ci fa sospettare che qualcosa non vada può essere semplicemente durante una fila al semaforo: ovviamente se il bimbo confonde rosso e verde invertirà anche i loro nomi. Piuttosto ciò che può insospettirci è il fatto che lui non riuscirà ad apprezzare la differenza tra il rosso e l’arancione, magari chiedendoci con grande curiosità come mai chiamiamo con due nomi diversi lo stesso colore. Oltre questi test pratici ci sono ovviamente dei test clinici da effettuare per valutare il daltonismo nei bambini: i principali sono le tavole di Ishihara e il test HRR.
Le tavole di Ishihara sono delle tavole costituite da numeri o simboli che si “mimetizzano” su uno sfondo di un colore che nel daltonismo può essere scambiato col colore del numeretto. Il test consiste semplicemente nel riconoscere il numero o il simbolo nascosto nella figura, cosa che risulterà estremamente facile per chi non è daltonico. Invece, ai pazienti daltonici il test sembrerà un enigma irrisolvibile. Nel caso dei bambini molto piccoli, al posto dei numeri verranno utilizzati dei piccoli percorsi (come dei serpentelli) che il bimbo deve seguire con il dito nel caso in cui riesca a vederli. Le tavole sono graduate, in modo tale da riuscire anche ad identificare la l’entità del difetto.
Il test HRR è simile alle tavole di Ishihara, ma va ad indagare i deficit di blu-giallo. Le tavole possono essere facilmente trovate online per capire se il bambino possa avere qualche difetto nella visione dei colori. Va ricordato però che una visita oculistica è sempre d’obbligo, per valutare l’entità della condizione ed escludere che ci siano problemi concomitanti.