La sindrome da deficit di attenzione e iperattività, nota con la sigla ADHD, è uno dei disturbi cerebrali più comuni nei bambini, esordisce nell’infanzia e può continuare a manifestarsi anche durante l’adolescenza e in età adulta; è dovuta ad un ritardo nello sviluppo cerebrale, che riguarda soprattutto le regioni del pensiero, della concentrazione e delle capacità organizzative.
Vari sono i sintomi coinvolti nella malattia e possono presentarsi a livello di incapacità di essere attenti, in questo caso il bambino è sempre distratto, non ascolta quando qualcuno gli parla, non si concentra, si confonde, dimentica le cose, si annoia facilmente, non riesce a portare avanti un obiettivo sino alla fine, è incapace di organizzare un’attività, perde gli oggetti che possiede. In altri casi può prevalere il fattore dell’iperattività e il bimbo non riesce a star fermo quando, ad esempio, è a tavola o a scuola, è sempre in movimento, diventa logorroico, ha l’istinto di prendere e di toccare tutto ciò che vede, è impaziente, mostra la sue emozioni senza freni e agisce senza mai pensare alle conseguenze.
Attualmente non è vi è alcuna terapia specifica per curare in maniera definitiva la sindrome ADHD, vengono prescritte delle cure che sembrano dare dei miglioramenti, ma è tutto ancora in fase di studio e di sperimentazione. I farmaci più utilizzati sono il metilfenidato, le anfetamine, l’atomoxetina, la guanfacina e la clonidina, i quali attivano circuiti cerebrali che supportano l’attenzione e il comportamento mirato, riducendo così l’iperattività e l’impulsività e migliorano la capacità di concentrarsi, di lavorare in modo continuativo e di imparare. Tali sostanze possono anche ottimizzare il coordinamento fisico, sono disponibili in diverse forme, in pillole, in capsule, in gocce, ma non hanno lo stesso effetto su tutti i bambini, una medicina che va bene per uno, non è adatta ad un altro e in alcuni soggetti potrebbero provocare particolari effetti collaterali, come inappetenza, difficoltà ad addormentarsi o lo sviluppo di tic nervosi. Anche i dosaggi possono essere differenti in pazienti diversi, spesso variando la dose gli effetti collaterali svaniscono.
La psicoterapia si è rivelata di grande utilità nel migliorare il comportamento e nell’aiutare i piccoli pazienti ad organizzare le loro attività e a portare avanti i compiti scolastici sino alla conclusione, nonché a controllare le manifestazioni dei sentimenti e a riflettere prima di agire. Anche i genitori devono essere aiutati a gestire il loro rapporto con un bimbo affetto da ADHD e il supporto dello psicoterapeuta è fondamentale per fornire preziose istruzioni su come comportarsi in svariate situazioni, così da salvaguardare la loro serenità e quella dei figli.