Lo sviluppo del linguaggio nel bambino è il risultato di diverse abilità e segue diverse fasi: le tappe importanti fino ai 3 anni d'età.
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Le conoscenze comuni riguardo lo sviluppo del linguaggio nel bambino si concentrano sugli aspetti della produzione, cioè su ciò dice. In realtà, quello che il piccolo è in grado di dire è il risultato di altre competenze. Ogni bambino sviluppa il linguaggio secondo i propri tempi e le proprie capacità. Quali sono le tappe importanti dello sviluppo del linguaggio nel bambino?
Il linguaggio del bimbo non può svilupparsi in modo armonico e competente senza la presenza di alcune abilità, in particolare:
Un aspetto molto importante da considerare è che lo sviluppo del linguaggio non consiste esclusivamente nella produzione del linguaggio. Infatti, esso riguarda altre abilità, tra cui ascolto, riconoscimento di suoni diversi, competenze motorie e cognitive e sviluppo affettivo. Vediamo quali sono le tappe fondamentali dalla nascita fino ai 3 anni di età.
Alla nascita il bambino ha la capacità di discriminare i suoni di tutte le lingue del mondo, che poi perde dopo i 6 mesi. Il bebè ha una preferenza per la voce e il volto materno e la principale forma con cui comunica a questa età è il pianto.
Il piccolo comincia a seguire lo sguardo e a condividere gli stati affettivi, riesce a sorridere rispondendo all’adulto. In questa età il bambino inizia a produrre anche i vocalizzi.
In questo periodo compare la lallazione canonica, cioè la ripetizione di sillabe composte dalla stessa consonante. I momenti di lallazione possono essere molto prolungati, anche 20-30 minuti.
La lallazione da canonica diventa variata, perché il bebè impara a ripetere sillabe con consonanti diverse. Il bambino, inoltre, inizia a usare il gesto dell’indicazione in modo intenzionale per mostrare e richiedere. Infine, il piccolo impara a fare ciao e a mandare un bacio.
A un anno il bambino anticipa le parole con il gesto rappresentativo, compaiono anche le prime parole (da 0 a 10 parole), legate a persone e oggetti familiari o ad attività di routine. Il piccolo comincia a comprendere frasi e brevi e ordini semplici.
Durante questo periodo si assiste a un progressivo ampliamento del vocabolario, fino al raggiungimento delle 50 parole intorno ai 18 mesi. In questa fase, poi, comincia l’esplosione del vocabolario, cioè il bimbo diventa consapevole che a ogni parola corrisponde un oggetto e che attraverso il linguaggio può agire sul mondo intorno a lui. A questa età il bambino non è ancora in grado di formulare frasi, ma produce parole-frase, cioè parole singole che contengono il significato di un’intera frase.
In questi 6 mesi vi è un progressivo ampliamento del vocabolario fino al raggiungimento di quasi 200 parole a 2 anni di età. L’aumento del lessico permette al bambino di sviluppare la morfosintassi, cioè la capacità di combinare due parole per formare delle frasi. A questa età compare anche la prima forse di frase, il linguaggio telegrafico, cioè la combinazione di due parole senza articoli, congiunzioni e verbi.
Il vocabolario, ormai più vario, si arricchisce non solo di nomi, ma anche di verbi e aggettivi. Il lessico arriva a 500 parole e il bambino comincia a produrre frasi semplici costituite da soggetto e verbo.
Il bambino comincia a utilizzare in modo stabile parole con funzione grammaticale, come articoli, preposizioni e pronomi. Inoltre, comincia progressivamente ad acquisire tutti i suoni della lingua italiana.
Ovviamente, ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi ritmi. A ogni modo, si consiglia di non trascurare due principali campanelli d’allarme:
Infatti, sono proprio questi i segni che riconducono a un ritardo nel linguaggio oppure a un Disturbo Specifico del Linguaggio, la cui diagnosi può essere effettuata esclusivamente da uno specialista. In ogni caso, è opportuno rivolgersi al proprio pediatra per segnalare la situazione e chiedere maggiori informazioni.