La rosolia fa parte del cosiddette malattie esantematiche dell’infanzia, che è sostanzialmente innocua, ma se presa in gravidanza può provocare gravi danni al feto. Scopriamo insieme quali sono i sintomi e i rischi in gravidanza della rosolia. La rosolia, assieme a scarlattina, morbillo, varicella, quinta malattia e sesta malattia, sono tutte patologie di origine virale e negli ultimi anni, grazie alle vaccinazioni, alcune di esse come proprio la rosolia e la scarlattina, sono diventate sempre meno frequenti.
Le malattie esantematiche colpiscono soprattutto i bambini, specialmente durante la primavera ed hanno in comune, anche se diverse nell’aspetto, le erezione cutanee. Normalmente i bambini guariscono nel giro di 7-10 giorni, ma se si contra la rosolia in gravidanza possono esserci rischi elevati per il feto, come aborto spontaneo, morte intrauterina o gravi malformazioni fetali. Ecco perché prima di rimanere incinta sarebbe opportuno fare le opportune analisi per controllare se si è o meno immuni dalla malattia. Ma vediamo insieme quali sono i sintomi della rosolia ed i rischi in gravidanza.
Rosolia sintomi
Generalmente la malattia colpisce i bambini dai 5 ai 14 anni di età. Il sintomo più comune, in forma più leggera rispetto al morbillo, è l’esantema delle pelle, ovvero delle piccole macchioline rosse e piatte. Le macchioline compaiono prima dietro le orecchie, poi sulla fronte e sul viso e man mano si estendono per tutto il corpo. Durano 2/3 giorni e poi scompaiono. Oltre all’esantema, questa malattia comporta anche gonfiore dei linfonodi dietro le orecchie ed il collo ed in alcuni casi può comparire qualche linea di febbre.
I sintomi appena descritti possono essere anche molto lievi, tanto che nel 50% dei casi non ci sono manifestazioni apparenti e non si sa neanche di averla contratta, se non quando si fanno specifiche analisi in età adulta. I sintomi della rosolia si manifestano dopo il periodo di incubazione che varia, dalle due alle tre settimane dal contatto con il virus. Può capitare però che se la rosolia viene contratta in età adulta, i sintomi siano più forti e marcati. Tuttavia niente di preoccupante, le complicazioni sono davvero rare e riguardano soprattutto le donne incinta o gli adulti, in alcuni casi si sono registrati casi di otite ed encefalite in seguito alla rosolia.
Rosolia in gravidanza
Come già anticipato le complicazioni della rosolia possono verificarsi durante la gravidanza, soprattutto se il virus viene contratto durante le prime 16 settimane di gestazione. In questo caso infatti potrebbe esserci aborto spontaneo, morte intrauterina o gravi malformazioni. Le malformazioni conseguenti alla rosolia in gravidanza riguardano vari organi come l’occhio, con forte rischio di cataratta e glaucoma, l’orecchio con rischio sordità, il cuore ed il sistema nervoso, con rischio di ritardo sia mentale che motorio.
Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istituto Superiore di Sanità, il rischio in caso di rosolia in gravidanza contratta entro le prime sedici settimane è pari al 90%. Se l’infezione avviene dopo le sedici settimane di gestazione, i rischi e le conseguenze sono generalmente meno gravi. C’è anche da dire che la rosolia una volta contratta lascia un’immunità permanente, ciò vuol dire che in caso di nuova infezione del virus, anche se molto rara, durante la gravidanza, non esiste alcun tipo di rischio per il feto.
Quali sono allora le analisi da fare per vedere se si è immuni o meno al virus? Le analisi sono le semplici e normali analisi del sangue ed il test si chiama rubeo, che tra l’altro rientra tra i test offerti gratuitamente dal SSN. Tramite il rubeo test si rileva la presenza di due tipologie di anticorpi le IgM e le IgG. Non esiste una cura per la rosolia, come d’altro canto per le altre malattie esantematiche, al massimo si può prendere un paracetamolo in caso di febbre alta, ma sentire sempre il proprio medico o pediatra prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco. Esiste però il vaccino contro la rosolia, che sarebbe il trivalente contro morbillo-rosolia-paraotite. Le dosi consigliate sono: una tra i 12 e i 15 mesi e l’altra dose di richiamo verso i 5-6 anni.
Anche nel caso di una gravidanza in corso non esistono cure specifiche. Quindi il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico prima di rimanere incinta, così da valutare assieme a lui i rischi e una eventuale prevenzione. In caso di mancata immunità, quasi sicuramente il medico consiglierà di fare il vaccino, così da evitare qualsiasi tipo di danno per il feto durante la gestazione. Poi comunque spetterà sempre alla donna ed al suo compagno decidere se seguire le indicazioni del medico e vaccinarsi, oppure no.