Ecco tutti i sintomi e i migliori rimedi per il dolore ai capezzoli
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Il dolore ai capezzoli, nella maggior parte dei casi, si rivela del tutto fisiologico. In altre circostanze, tuttavia, esso rappresenta la prima spia di un problema, e come tale non dovrebbe essere sottovalutato. Ma come si possono distinguere le circostanze naturali e quelle patologiche? Di seguito proponiamo una guida per orientarvi meglio. In ogni caso, ogni volta che si nutre anche un minimo dubbio in merito, è sempre meglio rivolgersi a uno specialista.
In generale, comunque, si consiglia di effettuare, una volta al mese, l’autopalpazione della mammella, nonché un’attenta osservazione delle stesse. Queste operazioni, che possono essere praticate tranquillamente a casa, consentono di individuare precocemente eventuali cambiamenti nella forma, dimensione e consistenza del seno, nonché noduli sospetti. Per quanto riguarda l’autopalpazione, si tratta di una tecnica di non facile apprendimento, il cui insegnamento dovrebbe essere comunque richiesto al proprio ginecologo a fini preventivi.
Come si effettuano dunque queste operazioni utili alla rilevazione di eventuali sintomi sospetti? Il periodo scelto dovrebbe corrispondere a quello immediatamente successivo alle mestruazioni. L’osservazione dei capezzoli risulta una delle parti più cruciali dell’intero controllo. Le braccia devono essere tenute dapprima lungo i fianchi e successivamente sollevate in verticali. Capezzolo e areola (la parte circostante, di colore più scuro rispetto alla pelle del seno) non devono presentare alterazioni né nel colore, né nella forma e non devono manifestare desquamazioni perché la condizione possa essere considerata normale.
In seguito, si passa alla spremitura del capezzolo. Eventuali secrezioni, se presenti, dovrebbero presentare un aspetto trasparente. Quando questo colore varia, esso può facilmente rappresentare la spia di un problema in corso. In particolare, secrezioni di colore lattiginoso potrebbero indicare una produzione eccessiva di prolattina (condizione definita prolattina alta oppure iperprolattinemia).
Un colore verde del liquido, invece potrebbe costituire un indizio di mastopatia fibrocistica. Infine, particolarmente rilevanti in senso negativo risultano le secrezioni il cui colore tende al rosso. Esse rappresentano generalmente un sintomo associato a patologie importanti, ad esempio il carcinoma mammario o il papilloma intraduttale. Quando si rilevano attraverso queste tecniche, dunque, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico o ginecologo per garantire la possibilità di un tempestivo intervento.
Il dolore ai capezzoli si presenta in diverse situazioni. Una delle più frequenti si rivela quella dell’allattamento al seno. In questo caso, è possibile che il problema risieda nella posizione nella quale si allatta. Infatti, trovare il posizionamento giusto non è semplice, soprattutto se si tratta del primo figlio o comunque del primo a essere allattato al seno con il latte materno.
La posizione ideale dovrebbe consistere in quella che permette al neonato una suzione che interessi tutta l’areola. In questo modo, il piccolo si concentrerebbe sul succhiare una porzione più vasta di pelle. In caso contrario, invece, la suzione interesserebbe il solo capezzolo, sovraccaricandolo e provocando eventualmente bruciore, fastidio e dolore concentrati in questa piccola area. Inoltre, il latte prodotto dalla ghiandola mammaria può esercitare sul capezzolo una pressione tale da renderlo dolorante.
La suddetta ghiandola, infatti, aumenta di volume in modo notevole. Le tensione che ne consegue si localizza sul capezzolo ma può estendersi all’intera mammella. In genere, comunque, in seguito alla poppata la tensione diminuisce e il dolore sparisce progressivamente. Inoltre, l’allattamento causa facilmente irritazione sul capezzolo (che ricordiamo essere un tessuto estremamente delicato) quando al poppante iniziano a spuntare i primi denti da latte. Si tratta di una zona molto sensibile e innervata, dunque lo sfregamento con i denti del bambino può provocare sulla pelle particolari lesioni, chiamate ragadi.
L’allattamento non costituisce l’unica possibile causa fisiologica di dolore ai capezzoli. Infatti, per quanto la possibilità di cause patologiche e addirittura di tumore al seno non sia rara e non debba quindi essere sottovalutata, la maggior parte dei dolori di questo tipo ha un’origine fisiologica. In genere può trattarsi di sfregamento su tessuti o sostanze irritanti (circostanza che riguarda indifferentemente donne e uomini), modificazioni fisiologiche della ghiandola mammaria oppure piccoli traumi non pericolosi.
Le cause fisiologiche comprendono, oltre all’allattamento che abbiamo già esaminato, sfregamento e modificazioni ormonali. Lo sfregamento può provocare dolore proprio perché avviene se un tessuto umano particolarmente delicato. Il contatto con sostanze irritanti e tessuti ruvidi, dunque, causa facilmente sulle cute rossori, screpolature ed eventualmente anche vero e proprio dolore. Quando si pratica sport, inoltre, il tessuto degli indumenti tende a creare attrito con il capezzolo. Per gli sportivi, dunque, tale fastidiosa irritazione può presentarsi in modo regolare.
Infine, i dolori al capezzolo sono provocati, in un’ampia maggioranza di casi, da cambiamenti ormonali. Nel orso della pubertà, tanto femminile quanto maschile, la mammella può apparire gonfia e dolorante. Si tratta di una condizione che tende a risolversi spontaneamente con la crescita. Nelle persone di sesso femminile, ovviamente, i cambiamenti ormonali influiscono maggiormente su seno e capezzoli.
In particolare le cause possono essere legate al ciclo mestruale, dunque essere regolari e ricorrenti senza che debbano destare preoccupazione nella paziente. La ghiandola mammaria diventa ipertrofica, originando dunque un maggior afflusso di sangue, in particolare in corrispondenza di due momento del ciclo: l’ovulazione e le mestruazioni. La maggiore sensibilità localizzata provoca spesso dolore ai capezzoli. Un fenomeno simile si riscontra in occasione di eventi particolari, come la gravidanza e la menopausa.
Ovviamente esistono rimedi per il problema del dolore ai capezzoli e al seno. Nel caso della cause fisiologiche che abbiamo analizzato, risolvere il problema alla radice non è possibile poiché essa risulta, appunto, normale e naturale. Tuttavia, si può alleviare il dolore applicando impacchi caldi sull’area dolorante. Nel caso di ragadi durante l’allattamento e comunque dolori legati al processo, risulta possibile ovviare con dei copri capezzoli protettivi, con impacchi freddi oppure con creme lenitive specifiche.
Ma esistono cause di dolore al seno, oppure specificamente al capezzolo, la cui natura si rivela patologica e che quindi necessitano di una terapia mirata sotto la stretta sorveglianza di uno specialista. In questi casi è assolutamente vietato ricorrere all’auto-diagnosi, così come al fai-da-te nella cura. Al contrario, assolutamente indispensabile rivolgersi al ginecologo. Ma di quali circostanze stiamo parlando?
Le cause patologiche che possono essere alla base del dolore ai capezzoli sono principalmente di due tipi ovvero, in ordine crescente di gravità, infezioni e tumori. Normalmente, in caso di infezioni il dolore al capezzolo è accompagnato da ulteriori sintomi. In particolare, si tratta di tensione al seno, febbre e, qualche volta, addirittura secrezioni anomale dal capezzolo stesso. Nella maggior parte dei casi, l’infezione rappresenta l’esito di un taglio o una lesione mai curata. Anche le ragadi, che abbiamo analizzato nel paragrafo dedicato all’allattamento, se trascurate possono degenerare a dare origine a infezioni della zona interessata.
La forma patologica più temuta consiste infine nel tumore. Si tratta effettivamente di una eventualità nefasta. In ogni caso, grazie alle campagne di screening e alle moderne tecniche di intervento e di terapie, il tasso di sopravvivenza legato al cancro al seno risulta alquanto elevato. Inoltre, esistono forme sia benigne sia maligne del medesimo tumore. Il carcinoma della mammella rappresenta una delle forme più aggressive, e come tale necessita di essere continuamente monitorato.
Tutti i vari sintomi e segni che esso origina prendono il nome, nell’insieme, di Morbo di Paget. La manifestazione è piuttosto palese e richiede di sottoporsi immediatamente al controllo di uno specialista. Il sintomo più caratteristico consistono in una tumefazione del capezzolo, legata a dolore, rossore, sensazione di bruciore e prurito, secrezioni anomale, alterazioni della forma del capezzolo. Se queste ultime avvengono, l’area in questione può presentare, a seconda dei casi, una estroflessione oppure un’introflessione. In genere, in caso di tumore i sintomi enunciati interessano una sola delle due mammelle (anche se potrebbero, più raramente, colpire entrambe).
Una diagnosi periodica consiste in un controllo che deve essere effettuato esclusivamente da uno specialista con una cadenza regolare. Ovviamente, la frequenza con la quale ci si sottopone a tali esami aumenta per i soggetti a rischio, e dipende comunque dal parere del proprio ginecologo. Se si avverte il suddetto dolore al capezzolo e si sospetta un problema, occorre dunque rivolgersi al medico. Sarà sua competenza sottoporre la paziente (o, in casi più rari, il paziente) agli esami necessari per escludere gravi patologie in corso.
Inoltre, il ginecologo controllerà se il problema risulta monolaterale (dunque interessa una sola mammella) oppure bilaterale (quando colpisce nello stesso momento entrambi i seni). Le altre variabile da considerare nel momento in cui si pronuncia una diagnosi consistono soprattutto nell’eventuale assunzione di farmaci da parte della paziente o della presenza, all’interno della sua famiglia, di disturbi e patologie correlate.
I rimedi naturali, come accennavamo, consistono soprattutto in creme, protezioni aggiuntive, uso bi abiti meno aderenti per scoraggiare lo sfregamento. Alle donne che allattano potrebbe inoltre essere richiesta una più attenta pulizia. Questa deve essere effettuata a ogni poppata, prima e dopo la stessa. Nel caso di cause patologiche, invece, dovrà essere curata direttamente la malattia che corrisponde all’origine del dolore.