Lentogest è un farmaco che è possibile assumere durante la gravidanza in particolari condizioni, e sempre e solo con la prescrizione del medico.
Lentogest è un farmaco che consiste in ormoni progestinici, ovvero ormoni sessuali e modulatori del sistema genitale. Esso può essere assunto, in alcuni casi che vedremo nel prossimo paragrafo, nel corso della gravidanza. Tuttavia presenta svariati possibili effetti collaterali, nonché incompatibilità con alcune condizioni, e per tale ragione la sua assunzione è sempre subordinata alla prescrizione da parte del medico o del ginecologo che seguono la gestazione.
Lentogest può essere assunto, strettamente su prescrizione medica, per combattere una serie di condizioni che possono affliggere una donna. Tra queste troviamo soprattutto l’aborto frequente oppure la minaccia di aborto spontaneo a un certo punto della gravidanza. Inoltre può essere prescritto in caso di amenorree primarie e secondarie, insufficienza luteinica, protezione della gravidanza in caso di intervento chirurgico, metrorragie disfunzionali giovanili e climateriche.
Le controindicazioni, in ogni caso, risultano numerose, e questo rende necessaria una serie di accurati controlli prima di procedere alla somministrazione del farmaco. Innanzitutto, è vietato in caso di herpes gravidico all’anamnesi, carcinoma mammario (anche in fase iniziale o solo sospetto). Inoltre non è possibile assumerlo in caso di ipersensibilità al principio attivo o a uno o più eccipienti, insufficienza epatica grave, perdite ematiche dai genitali di natura non precisata, disordini tromboflebitici e tromboembolici.
Ma come può influire l’assunzione di Lentogest sul parto? Circolano leggende secondo le quali la somministrazione durante il primo trimestre potrebbe provocare problemi creando complicazioni nella fase del travaglio. Tuttavia, secondo i medici si tratta solamente di superstizioni prive di qualsiasi fondamento scientifico. La terapia farmacologica con questo prodotto, però, dovrebbe essere sospesa, sempre e rigorosamente su indicazione del medico, intorno alle trentaquattresima settimana di gravidanza. A questo punto, infatti, i problemi dovrebbero essere scomparsi. Una cura prolungata, invece, potrebbe creare problemi in caso di parto naturale, non permettendo di avvertire lo stimolo delle contrazioni.