Sette motivi del pianto bimbo 3 mesi

Un bimbo appena nato o nei primi mesi di vita è completamente incapace di badare a sé stesso e attraverso il pianto esprime un disagio e la richiesta di un intervento da parte un’altra persona affinché le sue esigenze vengano soddisfatte. A volte è difficile capire cosa il nostro bambino ci sta chiedendo, ma con un po’ di tempo e di esperienza si riesce a comprendere i suoi bisogni e a saper interpretare il suo modo di comunicare. Quando il vostro piccolino piange potrebbe voler dire:

  1. Sono affamato: la fame è uno dei principali motivi per cui un neonato piange, più è piccolo e più sente il bisogno di nutrirsi varie volte durante la giornata. La prima cosa da fare è offrirgli del latte, potrebbe aver di nuovo fame se ha preso la poppata da oltre due ore, mentre se sono sono passate meno di un paio di ore è improbabile che il pianto sia dovuto ad una richiesta di cibo.
  2. Ho le coliche: circa il 10% dei lattanti soffre di coliche, che di solito insorgono il tardo pomeriggio o nelle ore serali. Il neonato è colpito da un dolore addominale acuto che si scatena a causa dell’eccessiva presenza di aria nella pancia, della fermentazione del latte materno nell’intestino o di un’intolleranza alimentare. Per riconoscere una crisi di pianto provocata da spasmi intestinali bisogna osservare la postura del bambino, che di solito ritira le gambette verso l’addome, stringe i pugnetti, emette dei peti o dei rigurgiti e sgrana gli occhi. In genere il pianto da colica dura per più di tre ore nell’arco di una giornata, non resta che aspettare che il dolore passi e che il bimbo si calmi, ma se notate che il disturbo si protrae per più giorni è necessario contattare il pediatra.
  3. Ho bisogno di coccole: il vostro cucciolo può aver voglia di essere coccolato e può sentire la necessità di ricevere attenzioni e di essere rassicurato, non fategli mai mancare dei momenti di tenerezza, prendetelo in braccio, dategli dei bacetti, cullatelo e magari cantategli una canzoncina, la vostra vicinanza lo farà sentire calmo e rilassato e presto smetterà di piangere. Nei primi mesi dopo la nascita le richieste di affetto potrebbero essere molto frequenti, un modo per farlo calmare è appoggiare la testolina sul vostro petto e fargli sentire il battito del cuore.
  4. Sono stanco e ho bisogno di riposare: a volte i bambini hanno difficoltà ad addormentarsi anche se sono stanchi e manifestano questo fastidio piangendo. Sicuramente star vicino al vostro piccolino, cantargli una ninna ninna e accarezzarlo può farlo rilassare e può aiutarlo a cadere tra le braccia di Morfeo.
  5. Ho troppo caldo o troppo freddo: durante il cambio del pannolino, soprattutto se non siete molto esperte, può capitare che non asciughiate bene il sederino del bimbo e che quando lo rivestite egli senta ancora una sgradevole sensazione di umido, questo potrebbe essere il motivo del suo pianto. Oppure potrebbe piangere nel caso in cui senta troppo caldo o troppo freddo, per capire ciò vi basta mettere una mano sul pancino, se sentite che è molto caldo vuol che il piccolo si sente accaldato ed è meglio togliere qualche coperta dal lettino, se invece la pancia è fredda allora è molto probabile che sia infreddolito ed è necessario aggiungere una copertina o vestirlo più pesante.
  6. Devo essere cambiato: un pannolino sporco può essere molto fastidioso per un bimbo, perché si sente bagnato o perché la cacca potrebbe irritare la pelle e causare prurito. Anche dei vestiti stretti possono infastidire un bambino, perché non si sente libero di muoversi.
  7. Sto molto male: Dei cambiamenti nella voce e nel modo di piangere potrebbero essere la spia di qualche malessere fisico particolare, se notate che ha difficoltà nel respirare, se ha febbre, diarrea o costipazione, chiamate immediatamente il pediatra, affinché possa intervenire il prima possibile. Anche nel caso in cui il vostro bimbo non pianga affatto e appaia più tranquillo del solito ci potrebbe essere qualcosa che non va ed è bene consultare subito il medico.

Man mano che il bambino cresce diventerà sempre più facile interagire con lui, in quanto inizierà a manifestare le sue richieste e i suoi stati d’animo attraverso il sorriso, battendo le mani e compiendo altre piccole azioni per attirare l’attenzione degli altri e per stabilire una contatto con il mondo che lo circonda.

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