Tiroide in gravidanza e non: la novità dell’Intelligenza artificiale nei controlli

Questo piccolo organo può subire una forma di stress durante i nove mesi di gestazione, deve lavorare di più. Può accadere, infatti, che possano svilupparsi proprio durante la gestazione disturbi a carico della tiroide, come ipotiroidismo o ipertiroidismo. Permette una diagnosi più certa e approfondita, specie sui sempre più diffusi noduli tiroidei.  Va abbinata all’ecografia multiparametrica, che valuta non solo l’aspetto strutturale, ma anche le altre caratteristiche tra le quali quella vascolare ed elastografica della tiroide. Dopo il parto e anche durante la gravidanza è sempre bene fare un controllo ecografico della tiroide, abbinato a un esame della funzione tiroidea.

di Angelica Amodei

 

L’intelligenza artificiale oggi è impiegata anche nello studio e nella prevenzione delle patologie della tiroide. Si tratta di una grande novità che permette una diagnosi più certa e approfondita, specie sui sempre più diffusi noduli tiroidei. I disturbi a carico della tiroide sono molto frequenti. Le stime dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) indicano addirittura un miliardo di persone al mondo: un numero altissimo di soggetti colpiti da disfunzioni tiroidee. Parliamo di questo importante organo con il professore Francesco Pignataro, medico internista ed ecografista, direttore del Master di II livello in ecografia clinica Uniroma5 e docente di diagnostica ecografica presso la Unicamillus International Medical University: “La tiroide, un organo che davvero è capace di condizionare molto il nostro benessere, quando lavora troppo poco o troppo. Il ruolo della tiroide è essenziale nel nostro organismo in quanto gli ormoni che produce, chiamati appunto ormoni tiroidei, regolano diverse funzioni e la sua alterazione porta conseguenze significative sulla qualità della vita”.

Quali gli esami principali per controllare che la tiroide funzioni bene?

“È uno dei principali organi che regola il metabolismo in particolare producendo una sostanza nota come tiroxina che di fatto rientra in tutti i processi metabolici. I parametri di funzionalità della tiroide si verificano attraverso delle analisi del sangue, che permette di monitorare la corretta produzione ormonale. La produzione di tiroxina deve essere in equilibrio, sotto il vigile controllo della ipofisi, un’altra piccola ghiandola presente nel cervello”.

Ansia, irritabilità e malessere psicologico sono spesso legati al malfunzionamento della tiroide: come possiamo riconoscere i sintomi di una sua alterazione, come si manifestano?

“Sia in caso di iperfunzionamento della tiroide per iperproduzione di ormone, ma anche in caso di ipofunzionamento, ci sono alcuni sintomi che sono più evidenti: in particolare, in caso di iperfunzione si possono riscontrare palpitazioni, ipereccitabilità, riduzione del peso corporeo ed al contrario in caso di ipofunzione stanchezza cronica, caduta di capelli, aumento del peso corporeo”.

Qual è il modo principale per tenere sotto controllo la tiroide?

“Oltre alle analisi del sangue, per controllare gli ormoni (si chiamano Ft3 Ft4) ed il loro controllore ipofisario (il Tsh), nonché l’eventuale presenza di cosiddetti autoanticorpi contro la perossidasi e la tireoglobulina, abbiamo l’ecografia. Questa va eseguita con tecnica multiparametrica, ossia valutando non solo l’aspetto strutturale ma anche tutte le altre caratteristiche tra le quali quella vascolare ed elastografica, in modo che si possa evidenziare la presenza di patologia di tipo diffuso come le tiroiditi e anche patologia di tipo nodulare”.

La patologia nodulare tiroidea in particolare nelle donne rappresenta una problematica diffusa, ma è da considerarsi sempre una problematica tumorale?

“Fortunatamente no. La stragrande maggioranza delle nodularità tiroidee sono benigne e vanno semplicemente monitorate, mentre in una piccola percentuale trattasi di tumore”.

Come si può fare una diagnosi precoce in tal senso?

“Può essere evidenziabile da un’ecografia eseguita da occhi esperti e con sonde ad alta definizione. Ma oggi abbiamo una grande novità nello studio della tiroide. Parlo dell’intelligenza artificiale applicata alla valutazione ecografica dei noduli. Si tratta di un’importante innovazione in campo medico. Permette una valutazione in più delle caratteristiche del nodulo, sia per quanto riguarda la sua struttura che la presenza di alterazioni dei margini, di variazioni del suo aspetto strutturale. È utile, quindi, in tutto ciò che riguarda la tipizzazione ecografica del nodulo”.

In cosa consiste?

“Grazie a una elaborazione digitale che analizza il nodulo confrontandolo con centinaia di migliaia di casi sottoposti a machine learning, riesce a fornire una valutazione che inevitabilmente va anche oltre quello che può essere l’esperienza dell’operatore al quale si rimanda, ovviamente, sempre la gestione del risultato da inquadrare in ambito diagnostico/clinico. È bene sottolineare che è sempre fondamentale la specifica esperienza del medico che effettua l’ecografia e che deve fornire all’intelligenza artificiale un’immagine perfetta o quantomeno il più significativa possibile affinché si possa poi ottenere un suggerimento diagnostico attendibile. Si tratta di una valutazione sulle caratteristiche di base, al quale va affiancata l’ecografia multiparametrica. Quest’ultima è un’altra significativa innovazione: si tratta di un tipo di ecografia ad altissimo dettaglio (sonda sino a 22 Mhz), che analizza la nodularità in tutte le sue caratteristiche e abbinata all’intelligenza artificiale e all’esperienza del medico permette una valutazione estremamente approfondita, sulla natura di un nodulo evitando, in molti casi, di ricorrere all’ago aspirato”.

Foto: il professore Francesco Pignataro