Obesità infantile, chi perde i chili di troppo da bambino sarà un adulto più sano

Uno stile di vita sano da piccoli porta benefici e longevità da grandi, riducendo dell’88 per cento il rischio di mortalità prematura. Gli esperti del Siedp avvertono che in Italia l’obesità colpisce 700mila bimbi. Bisogna intervenire prima che diventi grave e invitano alla manifestazione “Bambini in piazza per la salute”

di Redazione Mamme Magazine

 

Se da bambino o adolescente perdi i chili di troppo, da adulto avrai anni di vita in buona salute e ridurrai il rischio di mortalità e malattie cardiometaboliche. Lo dice lo studio condotto dal Karolinska Institutet: un intervento precoce sugli stili di vita, prima che l’obesità si aggravi, può portare a una riduzione fino all’88 per cento del rischio di morte prematura da adulti. Dai risultati, pubblicati di recente sulla rivista Jama Pediatrics, emerge anche che i giovanissimiche che calano di peso una volta adulti presentano un rischio inferiore del 58 per cento di sviluppare il diabete di tipo 2, del 69 per cento di soffrire di colesterolo alto e del 60 per cento di avere la pressione alta.

Gli specialisti

Invitano ad adottare subito uno stile di vita sano gli specialisti della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp). E sabato 5 aprile lanceranno il messaggio nell’edizione 2025 di “Bambini in piazza per la salute”, manifestazione promossa in collaborazione con l’Unione Italiana Sport Per tutti (Uisp) e il supporto della Croce Rossa Italiana, in quattro città: Genova (spazi esterni di Palazzo San Giorgio, dalle 9 alle 13), Fano (in piazza XX settembre dalle 15 alle 18), a Napoli (piazza Municipio dalle 9 alle 13) e Messina (piazza Unione Europea,  dalle 9 alle 13).

Le stime  allarmanti

“Almeno il 40 per cento dei bambini con obesità presenterà ancora la malattia in età adulta, con un aumento del rischio di mortalità nel lungo periodo – dichiara Valentino Cherubini, presidente Siedp e direttore della Diabetologia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona -. Nel 2030 si calcola che saranno 235 milioni bimbi in sovrappeso o obesi nel mondo, più di quelli colpiti da malnutrizione. Ad oggi in Italia, si stima che l’obesità è presente nel 10% dei bimbi, circa 700mila fra i 5 e 15 anni. E di questi, oltre 150mila sono obesi gravi e solo una piccola parte a causa di un difetto genetico. È dunque è fondamentale non sottovalutare il problema e soprattutto non rimandare l’attuazione di interventi sullo stile di vita mirati alla perdita del peso in eccesso”.

I dati raccolti

Lo studio realizzato in Svezia ha visto interessati 6.713 bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni, all’inizio di un trattamento di tre anni per l’obesità e seguiti fino ai 30 anni per valutare l’efficacia delle diverse strategie terapeutiche mirate a modificare lo stile di vita. I dati raccolti tra il 1996 e 2019 sono stati confrontati con quelli di una popolazione generale abbinata per sesso, età e area geografica. I ricercatori hanno scoperto che circa 1.070 bambini hanno risposto bene al trattamento per perdere peso e altri 1.500 hanno perso abbastanza peso da non essere più considerati obesi.

Intervenire è importante

“Tra i risultati più significativi dello studio emerge che una buona risposta al trattamento, o addirittura la remissione completa dell’obesità in età pediatrica ha ridotto drasticamente il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 (fino al 58 per cento in meno), dislipidemia (69 per cento in meno) e ipertensione (60 per cento in meno) a lungo termine”, osserva Maria Rosaria Licenziati, segretario generale della Siedp e direttore dell’Unità di Malattie Neuro-Endocrine e Centro Obesità dell’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli che sottolinea: “Il dato forse più sorprendente riguarda però la mortalità: chi ha risposto bene al trattamento ha mostrato un rischio di morte prematura inferiore dell’88 per cento rispetto a chi ha avuto una scarsa risposta. Questi risultati rappresentano una svolta nella comprensione dell’importanza di intervenire sull’obesità già dall’infanzia”.

Foto: Pixabay

 

Leggi anche: Disturbi del comportamento alimentare in aumento nei bambini: l’allarme