Quando si aspetta un figlio è molto importante seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, che permetta al nascituro di crescere e svilupparsi nel migliore dei modi, ma anche alla mamma di evitare un eccessivo aumento di peso. Quindi, durante i 9 mesi, è opportuno prestare attenzione a ciò che si mangia, perché alcuni alimenti potrebbero essere pericolosi. Salmone affumicato in gravidanza: sì o no? Scopriamolo insieme.
Salmone affumicato in gravidanza: sì o no
Nel momento in cui una donna rimane incinta, una delle prime preoccupazioni che inizia ad avere riguarda la tipologia di alimentazione da seguire. Infatti, durante i 9 mesi, è opportuno evitare alcuni alimenti che potrebbero danneggiare la salute del piccolo e della mamma. Per esempio, i frutti di mare crudi, le verdure non accuratamente lavate e alcuni tipi di insaccati, andrebbero totalmente evitati.
Quando si parla di salmone, però, i dubbi sono tanti. Infatti, di per sé il salmone è un prodotto alimentare ricco di omega 3 e quindi si consiglierebbe di assumerlo anche più volte a settimana. Nonostante ciò, il salmone dà origine diverse discussioni, causate dal fatto che il pesce viene commercializzato in varie forme di conservazione e di lavorazione. Infatti, il salmone è disponibile crudo, congelato, decongelato, affumicato o in scatola.
Prima di domandarsi se sia corretto mangiare il salmone affumicato in gravidanza, dovremmo chiederci se si tratta di un alimento utile nella dieta. Sì, il salmone di per sé è un prodotto dalle buone caratteristiche nutrizionali. Nonostante ciò, è bene prestare molta attenzione. Infatti, il salmone affumicato è più a rischio di contaminazione da Listeria monocytogenes, un batterio che si adatta perfettamente ad ambienti in cui altri batteri alimentari non sopravvivono, ed è quindi pericoloso in gravidanza per i danni che può causare al feto.
Listeriosi in gravidanza: i rischi
La listeriosi è una grave malattia provocata dall’indigestione di alimenti contaminati da un batterio, Listeria monocytogenes. Le donne in gravidanza sono ad alto rischio di contrarre questa malattia, che può colpire la madre e il suo bambino prima o poco dopo la nascita. Alcuni alimenti sono molto più a rischio di altri, particolarmente quelli non sottoposti a cottura prima del consumo. I principali alimenti a rischio sono: i salumi cotti esposti all’ambiente dopo il trattamento termico, gli insaccati freschi consumati crudi, i formaggi molli e semi-molli, il latte non pastorizzato, il salmone e altri pesci affumicati e le preparazioni gastronomiche pronte per il consumo.
In caso di listeriosi è possibile che la madre manifesti sintomi quali febbre, brividi, dolori muscolari, nausea e diarrea o non presenti alcun sintomo. In ogni caso l’infezione potrebbe ugualmente colpire gravemente il bambino. La madre, infatti, potrebbe avere un aborto, partorire prematuramente un bambino sottopeso e/o con problemi di salute. Nel caso l’infezione dovesse diffondersi al sistema nervoso centrale della madre, si potrebbero presentare gravissimi sintomi, quali forti mal di testa, rigidità del collo, stato confusionario, perdita dell’equilibrio, convulsioni. In certi casi, l’esito può essere mortale.