Arriva dalla Russia un caso di maltrattamento su minori. Una madre drogava il figlio adottivo da anni e lo lasciava senza mangiare per lunghi periodi di tempo. Un folle piano escogitato per ricevere l’indennità di malattia da parte dello stato.
Drogava il figlio per l’indennità di malattia
Lo drogava e lo teneva in uno stato di forte malnutrizione da più di otto anni; questo il folle piano di una donna russa, Lyubov Korotkova, che da anni somministrava una serie di droghe al figlio adottivo per farlo passare per malato ed ottenere così l’indennità di malattia. Il bambino di soli undici anni appariva in una situazione di salute precaria ed era arrivato a pesare come un bambino di quattro anni. Da fuori la povera vittima di questo complotto, il piccolo Valery Kandaurov, appariva come un bambino malato a cui i medici non riuscivano a diagnosticare la malattia giusta. Anche i vari dottori a cui si era rivolta la Korotkova erano stati tratti in inganno dalle condizioni fisiche del bambino. La funzionaria del Comitato Investigativo Federale russo, Svetlana Petrenko, che ha seguito le indagini del caso ha infatti dichiarato: ”Durante tutti questi anni la donna ha visto molti dottori con suo figlio, chiedendo loro di controllarlo perché malato, ipotizzando ai loro occhi anche il cancro. Ovviamente anche i medici sono stati raggirati dalla donna, non trovando mai una diagnosi giusta”. Il sito inglese del The Sun riporta la vicenda russa specificando che, sempre secondo le indagini, la madre era riuscita ad architettare un piano perfetto riuscendo a nascondere il tutto anche al compagno e padre adottivo del bambino. Un piano diabolico che se non fosse stato sventato in tempo avrebbe portato il piccolo alla morte. Ora Lyubov Korotkova è stata arrestata è dichiarata colpevole di aver costretto il bambino a vivere ”in uno stato di impotenza” e ”aver inflitto lesioni gravi ad un minore”. Il bambino che ad oggi non ha mai frequentato la scuola per questioni di salute ora dovrà essere seguito da una equipe di specialisti tra cui la psicologa che ha seguito il caso, Svetlana Suleimanova.