Può capitare che il feto non si sviluppi normalmente e quindi subisca un ritardo nella crescita: quali sono le cause?
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Durante la gravidanza possono insorgere diverse complicazioni che fanno preoccupare i futuri genitori. Una di queste è il ritardo di crescita del feto, che si verifica quando il feto non è abbastanza sviluppato per l’epoca gestazionale. Quali sono le cause?
In termini tecnici, il ritardo di crescita del feto si verifica quando il peso è inferiore al 10° percentile, e quindi la crescita nell’utero materno risulta rallentata rispetto ai valori considerati normali. Non si tratta sempre di una patologia, infatti anche i feti molto piccoli, per esempio quelli nati da genitori di bassa statura, possono non raggiungere il 10° percentile. I sistemi di diagnosi prenatale consentono di distinguere le situazioni di feti normalmente piccoli da quelle in cui si riscontra un vero e proprio rallentamento della crescita. Le cause di questa anomalia possono essere diverse, ma in quasi il 50% dei casi il motivo scatenante non è identificabile. Più frequentemente, il tutto dipende dall’aver partorito un figlio affetto da ritardo di crescita. Altri fattori riconducibili a tale situazione possono essere riconducibili alla madre a particolari condizioni del feto.
Le cause materne possono essere:
Le cause fetali possono essere:
La diagnosi di ritardo di crescita è possibile solo attraverso l’ecografia, anche se il ginecologo, palpando l’addome materno e misurando la lunghezza dell’utero, può avere un’idea della crescita fetale. Per diagnosticare un ritardo di crescita è fondamentale svolgere un’ecografia che dia una datazione precisa della gravidanza tramite la misurazione della lunghezza vertice-sacro (CRL) nel corso del primo trimestre di gravidanza o del diametro biparietale (BPD) o del diametro trasverso del cervelletto (DTC) prima della ventiduesima settimana.
Può essere definito ritardo di crescita una biometria inferiore al 10° percentile per epoca gestazionale:
Nella maggior parte dei casi un ritardo precoce è simmetrico, mentre un ritardo tardivo risulta asimmetrico. Al fine di valutare il corretto sviluppo placentare si può effettuare un’analisi chiamata flussimetria delle arterie uterine che normalmente viene eseguita a 22-24 settimane di gravidanza.