Un aborto spontaneo può presentarsi anche al quarto mese di gravidanza per cause genetiche o di salute della futura mamma.
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Ogni gravidanza è diversa da qualsiasi altra, anche per una stessa donna. Il rischio aborto si presenta per lo più nel primo trimestre di gestazione. Ma non sempre.
Un aborto al quarto mese di gravidanza non è un avvenimento comune. Gli studi indicano che il rischio di aborto durante il quarto mese di gravidanza è meno dell’1%. La maggior parte delle interruzioni spontanee di gravidanza infatti avvengono durante le prime dodici settimane. Tuttavia può accadere di perdere il bambino anche in una fase più avanzata della gravidanza.
Nella maggior parte dei casi queste interruzioni spontanee sono dovute ad anomalie genetiche oppure all’eventualità che l’ovulo fecondato non si sia attaccato correttamente all’utero. Oppure anche a causa della mancata produzione di progesterone da parte del corpo della madre. Un aborto durante il quarto mese di gravidanza potrebbe avvenire per molteplici ragioni. Come abbiamo detto, può essere un problema legato alla placenta oppure alla cervice o all’utero.
Ovviamente anche l’esposizioni a rischi di tipo chimico, a radiazioni o in generale comportamenti pericolosi possono mettere a rischio la gravidanza.
Le condizioni di salute generali della mamma sono la causa principale dell’interruzione della gravidanza. La presenza o meno di diabete o di altre patologie come la tiroide, possono dare delle indicazioni in merito alle possibilità che la gravidanza si interrompa. Spesso la mamma ha riscontrato delle infezioni che per il feto ancora debole possono essere fatali. Come delle infezione alla cervice che possono indebolire l’utero.
Da non sottovalutare le malattie cromosomiche, immunologiche o anche di compatibilità con il gruppo sanguigno paterno. Ma anche delle malattie virali possono portare alla morte dell’embrione. Del feto, nel caso si parli del quarto mese ed oltre. Per questo è molto importante la vaccinazione materna nei confronti di alcune malattie enzematiche.
Talvolta, la mamma è in perfetta salute ma è proprio il feto che a livello embrionale ha sviluppato della malformazioni gravi. Queste a loro volta col l’accrescere provocano il distacco della placenta o comunque il non proseguire dell’accrescimento. Le più comuni malformazioni da causare la morte del feto possono essere dei difetti del cordone ombelicali, dei difetti del suo sistema immunologico. Ancora meglio, difetti del sistema cromosomico. Ma possono essere anche altri e vari, a volte anche piuttosto rari.
Di solito, l’aborto è più comune, frequente e diciamo, normale entro il primo trimestre di gravidanza. Anche se una donna vive tutti i nove mesi e le quaranta settimane di gestazione combattendo l’ansia dell’aborto. Quando l’aborto supera il primo trimestre, non si parla più di aborto ma di parto prematuro. Ma per lo più, ad una donna su mille, si verifica nei primissimi giorni del quarto mese di gestazione. Proprio all’inizio del secondo trimestre, quindi parleremo di aborto tardivo.
Se questo si presenta un po’ più avanti, non è proprio un fatto comune e sarebbe opportuno sottoporsi a degli accertamenti. Questo per evitare che diventi una consuetudine nelle seguenti gravidanze. E magari scoprire qualche difetto immunologico della mamma. Ma anche qualche incompatibilità col papà. Comunque, la primissima cosa da tener conto è la salute della mamma che ospita il futuro bambino.
Un fattore molto incisivo di un aborto tardivo è l’età avanzata della mamma. Al giorno d’oggi per motivi economico sociali, l’età della futura mamma è salita rispetto al passato. Prima l’età di una mamma per il primogenito era sotto i 30 anni. Oggi invece, si parla di una mamma più matura. Il primogenito lo si ha intorno ai 35 anni e così andando verso i 40 ed oltre. Quindi è ovvio che le seconde gravidanze si presentino in età avanzata.
I sintomi di un aborto potrebbero presentarsi qualche giorno o qualche settimana prima che la donna perda il bambino. Quando l’aborto è tardivo possono essere uguali ai sintomi di un parto prematuro.
Di solito, i sintomi, sono comuni all’aborto entro il primo trimestre ma spesso vengono sottovalutati. Il sintomo principale sono le perdite ematiche di colore rosso come le perdite di una mestruazione. Ma le perdite possono essere marroni, questo sta a significare un’insofferenza dell’utero.
Altri sintomi molto comuni sono i crampi addominali e dolori tipici del ciclo accompagnati da nausee molto forti. Ma anche il sintomo di non avere più i sintomi della gravidanza. Come per esempio accorgersi di non avere più il seno gonfio e tutti gli altri sintomi che ci hanno accompagnato fino a quella settimana.
Purtroppo talvolta, l’aborto è interno cioè senza perdite ematiche. Così è difficile accorgersi della morte embrionale.
Per questo è molto importante, nel caso si avvertano dei sintomi strani rivolgersi al proprio ginecologo. Senza allarmarsi per una nonché, spesso è opera dei cambiamenti materni!