Rinite allergica in gravidanza: di cosa si tratta, quali sono i sintomi e i medicinali consigliati durante i nove mesi di gestazione.
Starnuti a raffica, naso che cola, prurito, lacrimazione e occhi rossi. Ecco i caratteristici sintomi della rinite, la manifestazione allergica stagionale più comune e frequente tra la popolazione. Rinite allergica in gravidanza, come curarla? Scopriamolo insieme.
Con l’arrivo della primavera, ma non solo, molte donne in gravidanza possono soffrire di allergia ai pollini e manifestare episodi di rinite, una patologia frequente dovuta a reazioni di particolari anticorpi nei confronti di sostanze abitualmente innocue. Nella maggior parte dei casi si tratta di patologie di breve durata, ma le allergie respiratorie sono molto comuni in gravidanza – ne soffre infatti oltre il 20% delle future mamme – e i sintomi possono peggiorare a causa dei cambiamenti ormonali. Curarsi in gravidanza è possibile, se necessario.
La rinite è un’infiammazione della mucosa nasale che si manifesta clinicamente con comuni sintomi quali prurito, ostruzione, congestione e secrezioni nasali. Questa sintomatologia peggiora nel 30% delle donne, a causa della vasodilatazione e dell’azione ormonale sui corrispettivi recettori presenti nei mastociti. In virtù dei cambiamenti ormonali, il primo e l’ultimo mese di gravidanza comportano un minore rischio di riacutizzazione asmatica, mentre il secondo e il terzo trimestre sono a maggior rischio.
I sintomi della rinite sono molto simili a quelli di un normale raffreddore, per cui chi soffre di questo disturbo manifesterà:
Il trattamento della rinite allergica si basa nell’eliminare o quanto meno evitare gli allergeni scatenanti la sintomatologia e sulla terapia farmacologica. Di norma, le pazienti in gravidanza con sintomi lievi o di breve durata non richiedono alcun trattamento farmacologico. Qualora questo si rendesse necessario, in generale è consigliabile prescrivere il farmaco più efficace per la paziente e con i minori rischi materno-fetali.
Tra i farmaci più indicati ci sono gli antistaminici topici intranasali e orali. Gli antistaminici di prima generazione, invece, sono sconsigliati per il loro effetto sedativo. Si può ricorrere poi al sodio cromoglicato e ai corticosteroidi. Inoltre, possono essere utilizzati anche decongestionanti della mucosa nasale; tuttavia, in gravidanza se ne sconsiglia l’impiego ad alte dosi e a somministrazione ripetuta per i possibili effetti vasocostrittori sulla circolazione utero-placentare.
Queste stesse indicazioni valgono anche nella fase di allattamento, ma a ogni modo non sostituiscono il consulto con il proprio medico che, in base alla storia clinica della paziente, saprà valutare il trattamento necessario più opportuno.