L’incontinenza urinaria, ovvero la fuoriuscita involontaria di urina, è uno dei disturbi più comuni riscontrati in circa un terzo delle donne dopo che hanno dato alla luce il loro bambino. Durante la gravidanza i muscoli del pavimento pelvico, cioè quelli che sostengono utero, intestino e vescica, possono indebolirsi a causa dell’effetto dei cambiamenti ormonali e del peso del feto che devono supportare. Con il parto sono sottoposti ad una maggiore pressione di allungamento, per cui si rilassano ulteriormente e molte neo-mamme si trovano a dover far fronte al problema delle perdite urinarie quando compiono dei semplici gesti come tossire, starnutire, ridere o sollevare una busta della spesa. I fattori che incidono maggiormente nell’insorgenza del disturbo sono l’età, il peso corporeo, l’inserimento del catatere nella vescica durante l’epidurale e un parto complicato che richiede uno sforzo eccessivo.
Le fuoriuscite di pipì possono essere limitate a poche gocce oppure più abbondanti, nel caso in cui sono minime non c’è da preoccuparsi perché dopo un po’ di tempo i muscoli pelvici tornano ad essere tonici e il problema scompare, basta semplicemente indossare un assorbente per assorbirle, ma se le perdite sono consistenti e si prolungano oltre le sei settimane dopo la nascita del bimbo e se soffrite di vescica iperattiva, che vi costringe ad andare in bagno più volte durante il giorno perché non riuscite a trattenervi, allora è necessario intervenire per rafforzare la muscolatura pelvica con esercizi specifici, che devono essere eseguiti 2 o 3 volte alla settimana per almeno 3 volte al giorno e per un periodo di 3 mesi. Ecco quali sono i rimedi e come svolgere gli esercizi:
Qualora notiate che le perdite sono accompagnate da sintomi come bruciore a livello vescicale che si acutizza durante la minzione, dolori al basso ventre, urina di aspetto torbido e maleodorante, stimolo continuo ad urinare anche se la vescica non è piena, potrebbe trattarsi di un’infezione delle vie urinarie che provoca la fuoriuscita della pipì ed è necessario rivolgersi al medico che vi farà sottoporre a degli esami e prescriverà la terapia antibiotica giusta per debellarla.