Pensi di poterti fidare dei tuoi primissimi ricordi dell'infanzia? Secondo un nuovo studio non dovresti. Scopriamo perché e come nascono i ricordi.
Pensi di poterti fidare dei tuoi primissimi ricordi dell’infanzia? Un nuovo studio suggerisce che non è così. Nonostante i primi ricordi si generino tipicamente intorno ai 3 anni di età, molte persone sostengono di avere in memoria momenti precedenti. Ma sarà vero?
Per capire se si tratti di suggestioni o meno, sono state intervistate più di 6.600 persone, e il 39% di queste ha dichiarato di avere ricordi dall’età di 2 anni o addirittura risalenti ai primi 12 mesi di vita. Tuttavia, secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, è molto probabile che si tratti di immagini false.
Durante l’intervista, i partecipanti hanno dovuto descrivere il loro primo ricordo e identificare l’età a cui risaliva. Agli intervistati è stato specificato che dovevano essere certi che il ricordo riguardasse un avvenimento che erano sicuri di aver vissuto – in altre parole, non doveva essere innescato da una fotografia, da un aneddoto di famiglia o da qualsiasi altra fonte diversa dall’esperienza diretta. Una volta raccolte le testimonianze, i ricercatori hanno esaminato il contenuto, il linguaggio, la natura e i dettagli di questi primi ricordi e hanno cercato di capire perché le persone affermano di avere ricordi relativi a un periodo in cui i ricordi non si possono formare.
Molti di questi ricordi risalivano a prima dei 2 anni, il che suggerisce che non si basavano su fatti reali, ma su informazioni apprese in seguito attraverso fotografie o racconti di famiglia. Spesso, infatti, questi falsi ricordi sono innescati da qualcosa che rimanda a una prima esperienza, ad esempio oggetti come un triciclo o una culla, la conoscenza di nuovi membri della famiglia o la scoperta di emozioni come la tristezza. Una volta creato il nucleo, i dettagli vanno ad aggiungersi nel corso degli anni, fino a ottenere un’immagine vivida e verosimile.
Un ricordo molto ricorrente tra gli intervistati è stato quello legato a un oggetto tipico dell’infanzia, ovvero la carrozzina. La creazione di un ricordo del genere potrebbe dipendere da alcuni stimoli esterni ricevuti durante la crescita, come ad esempio sentire i propri genitori che descrivono il primo passeggino. Da quelle parole, la persona inizia a immaginare l’oggetto descritto e a ricostruire, in maniera inconscia, una scena realistica in cui si trova a bordo del passeggino. Con il tempo, i frammenti che si generano si sviluppano fino a diventare un vero e proprio ricordo, che si imprime in modo permanente nella propria mente.
Una volta che il ricordo è saldo, diventa anche difficile convincere le persone che si tratti di una finzione. Non a caso, quando i ricercatori hanno spiegato agli intervistati che i loro ricordi non fossero reali, questi ultimi difficilmente ci hanno creduto.