Durante il primo anno di vita, i neonati contraggono il raffreddore molto spesso: ecco cosa fare.
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Il raffreddore nei neonati può certamente spaventare e impensierire i genitori, ma è importante ricordare che queste malattie sono fondamentali per allenare l’organismo dei piccoli a reagire in modo corretto ai virus. Cosa bisogna fare in caso di raffreddore nei neonati?
I lattanti e i bambini sono molto più vulnerabili di adolescenti e adulti al raffreddore. Non sempre è sufficiente adottare tutte le misure raccomandate dal proprio pediatra. Infatti, durante la stagione fredda i neonati hanno elevate probabilità di prendere un raffreddore o di soffrire di un altro tipo di infezioni delle vie aeree. I raffreddori affliggono molto spesso i neonati, perché i virus responsabili si trasmettono per via aerea e intercettarli è praticamente inevitabile se qualcuno in famiglia si ammala. La probabilità che i neonati contraggano un’infezione delle vie respiratorie sostenuta da virus e batteri è particolarmente elevata perché il loro sistema immunitario è ancora in via di sviluppo.
Il raffreddore è un’infezione causata dai virus ed è meno comune nei neonati perché hanno una certa immunità agli agenti virali derivanti dal corredo di anticorpi che proviene dall’organismo materno. Durante le prime settimane di vita i neonati difficilmente si ammalano. Dopo qualche mese questa immunità comincia ad affievolirsi fino a scomparire e i neonati diventano più vulnerabili di fronte all’attacco di germi e virus. I sintomi del raffreddore nei neonati includono:
In ogni caso, risulta fondamentale chiamare il pediatra se il bambino ha il raffreddore perché gli stessi sintomi potrebbero indicare patologie diverse.
Prima che il raffreddore passi, possono volerci anche due settimane. In questo periodo sarà il pediatra a dare indicazioni precise su quale sia la strada giusta da seguire. L’istinto naturale di un bambino piccolo è respirare con il naso, perciò, quando le narici sono chiuse, il fastidio percepito dal neonato è molto intenso, e ne risentono non soltanto il riposo e l’alimentazione. Il neonato, infatti, diventa irritabile, inappetente, piange spesso e dorme poco, impedendo di riposare anche a mamma e papà. Per queste ragioni, anche se non rappresentano un rischio grave per la salute, raffreddore e naso chiuso devono essere trattati adeguatamente, fin dall’esordio. A meno che non sia il pediatra a prescriverli, il neonato non deve assumere farmaci, compresi i mucolitici e gli spray decongestionanti nasali. Inoltre, una terapia antibiotica è sconsigliata in caso di semplice raffreddore. Solo attraverso le indicazioni del pediatra si può impedire che il raffreddore diventi una patologia più seria.
In farmacia si possono acquistare delle apposite pompette da utilizzare per aspirare il muco dalle cavità nasali e facilitare l’igiene e la pulizia del naso. In caso di muco molto denso, potrebbe essere necessario mettere nelle narici alcune gocce di soluzione fisiologica salina prima di aspirare. Risulta utile liberare il naso poco prima della poppata, in modo da risolvere il problema dell’inappetenza.
L’utilità dell’aerosol è tuttora molto controversa. Secondo alcuni, infatti, l’aerosol sarebbe inutile in caso di infezione delle alte vie respiratorie.
Soprattutto in caso di muco nasale molto denso, è utile far respirare il neonato in un ambiente saturo di vapore. Per farlo, può essere sufficiente far scorrere l’acqua calda della doccia o della vasca da bagno fino a che la stanza non sarà piena di vapore. Questo accorgimento potrebbe aiutare a liberare i seni paranasali.
Per un sonno sereno, è consigliabile far dormire il neonato con la testa un po’ sollevata. Questa posizione favorisce la respirazione e impedisce il ristagno delle secrezioni nasali.