Nel momento in cui si scopre di essere rimasta incinta è importante programmare un’alimentazione sana per contribuire al benessere e alla crescita del bambino che si porta in grembo. Di solito si dice che bisogna nutrirsi per due, non è proprio così: è bene aumentare l’apporto di calorie, ma non esagerare in quanto si può andare incontro a problemi di salute che possono mettere a repentaglio il proseguimento della gravidanza, come l’innalzamento eccessivo dei livelli di glicemia nel sangue. Vediamo come mangiare in gravidanza in modo corretto.
Innanzitutto si devono scegliere alimenti sani come frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre, latticini a basso contenuto di grassi e una piccola quantità di grassi sani come l’olio d’oliva. Durante il primo trimestre di gravidanza, potrebbe essere necessario consumare piccoli pasti durante la giornata per combattere la nausea. Ad esempio, si può scegliere di concedersi sei spuntini abbondanti al posto dei tre pasti regolari e completi al giorno, vale la regola del mangiare poco e spesso. Se la nausea è abbastanza forte è meglio optare per dei cibi delicati che non hanno sapori e odori forti ed evitare di bere bevande 30 minuti prima e 30 minuti dopo aver mangiato per non peggiorare la situazione.
Nel corso del secondo trimestre di solito la nausea si attenua, ma si manifesta il bruciore di stomaco, a causa dell’aumento del volume della pancia che preme sugli organi circostanti, in questa situazione è consigliabile fare i tre pasti principali, ovvero la colazione, il pranzo e la cena, intervallati da due piccoli spuntini, in modo da non restare digiune per diverse ore, per un totale di cinque pasti al giorno. Nel terzo e ultimo trimestre, il feto è ormai cresciuto parecchio, si avverte un forte senso di peso a livello addominale e può essere difficile consumare e digerire un pasto completo, per cui si può tornare a seguire lo schema iniziale dei sei maxi spuntini quotidiani. Nei casi particolari, come per esempio in presenza di diabete gestazionale, è meglio affidarsi ai consigli del medico o del nutrizionista e seguire una dieta personalizzata in base al problema, per tutelare la propria salute e quella del bimbo.