La prima forma di comunicazione di un bambino molto piccolo è il pianto, che utilizza per esprimere i bisogni più elementari e per attirare l’attenzione dei genitori e degli altri. La necessità di relazionarsi con le persone che lo circondano è innata in ogni bimbo e con il passare dei mesi comincerà a sperimentare i primi suoni, già intorno ai 4 mesi di età inizia la fase della lallalazione, in cui il piccolo è in grado di pronunciare le sillabe , “b”, “p”, “m” semplicemente avvicinando le labbra tra loro. Possono sembrare suoni casuali, ma a ben vedere il tono della voce e l’inflessione cambia in base a quello che il bambino vuole esprimere: per esempio se vuole fare una domanda noterete che la sua voce aumenta al termine della sillabazione e che poi si ferma in una pausa perché è in attesa di una risposta.
Verso i 6 o 7 mesi sentirete pronunciare altre sillabe un po’ più complesse, dal “b”, “p”, “m”, si passerà a ” ba-ba”, “pa-ta”, “bi-bi-bi”, per aiutare il vostro piccolino ad acquisire delle buone capacità comunicative è importante interagire con lui e dare significato al suo balbettio, ogni volta che emette un suono potreste attribuire a quel suono un oggetto o una persona, ad esempio se dice “ba-ba” potete indicare il papà, oppure quando dice “pa-ta” gli mostrate una patata e così via, pronunciando il nome corretto, in modo che lo memorizzi.
Intorno ad un anno di età il bimbo ha maturato delle discrete abilità linguistiche e finalmente potreste sentir pronunciare delle vere parole, la prima potrebbe essere “mamma” oppure “papà” , oppure “cane” o “ciao” e poi man mano riuscirà a comporre delle piccole frasi. Ci sono bambini più precoci e altri che impiegano più tempo, ognuno ha una sua tempistica nello sviluppo cognitivo, ma se notate che vostro figlio ha raggiunto i 15 mesi e non ancora da segni di voler parlare, non è ancora in grado di sillabare, è il caso di rivolgersi ad un medico o ad un logopedista per indagare le cause di tale ritardo.