L’obesità è considerata una vera e propria patologia, e come tale va trattata e curata con una serie di interventi mirati e personalizzati. In genere l’obesità è la conseguenza di uno squilibrio tra ciò che si mangia e ciò che si consuma. In pratica, il soggetto obeso non riesce a smaltire le calorie in eccesso che accumula attraverso i cibi. Si diventa obesi per due motivi principali: per una iperalimentazione (si mangia troppo e male) e per la scarsa attività fisica (per questo tale patologia è più diffusa in Occidente, dove si tende a condurre una vita piuttosto sedentaria).
L’obesità può essere comunque legata a caratteristiche ereditarie che si trasmettono in famiglia, causata dalla combinazione di geni sfavorevoli, oppure dall’interazione di predisposizione genetica e fattori ambientali (stile di vita e di alimentazione). La ridotta capacità dei soggetti obesi a bruciare le calorie introdotte nell’organismo può essere una tendenza innata che però può essere contrastata fin da quando si è giovani con un corretto stile di vita e di alimentazione. Lo stile di vita che il bambino osserva in famiglia è fondamentale fin dai primi anni di vita: è stato rilevato che se entrambi i genitori sono obesi, i figli lo saranno nel 90% dei casi, che si riduce al 60% quando è obeso uno solo dei genitori.
I rapporti che si instaurano in famiglia e il tipo di relazioni affettive ed emozionali tra i membri della famiglia possono influire sull’incidenza dell’obesità: se attorno al bambino si creano situazioni di solitudine affettiva e vuoto da colmare è molto probabile che questi troverà conforto nel cibo, tendendo ad esagerare con il consumo di alimenti anche poco sani.
I genitori hanno un ruolo fondamentale per far sì che il bambino cresca sano ed equilibrato anche nel rapporto con i cibo. Alle prime avvisaglie di aumento di peso è importante consultare un nutrizionista e coinvolgere il bambino a cambiare stile di vita e modo di alimentarsi.
