Ecco una breve spiegazione delle fasi del capriccio del bambino, e alcuni consigli per poterlo superare al meglio senza ripercussioni sul bambino e sul genitore.
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A un certo punto i capricci dei bambini arrivano, ma quando aspettarselo? Potrebbe far perdere la pazienza a chiunque, ma l’importante è trattare il capriccio correttamente, con autorità ma allo stesso tempo empatia, facendo capire ai bambini dove sbagliano, anche se ci vorrà un po’ di tempo che potrebbe costare caro ai genitori. Superare con successo il capriccio è una crescita personale per il bambino, e un miglioramento nello stile genitoriale del genitore, che permetterà l’aumento della responsabilità del proprio figlio.
Appena nati i bambini sembrano così piccoli e indifesi, e provocano negli adulti un’emozione di estrema tenerezza, che ignorano il fatto di quanto possa essere complicato relazionarsi con un piccolo umano.Sin da subito il bambino esprime tutto i suoi bisogni attraverso il pianto, è l’unico modo che conosce, perché innato, per manifestare le sue emozioni, non riuscendo inizialmente a reagire a tutti gli stimoli esterni che lo circondano.
In questa fase si sbaglia a parlare di capricci, per la maggior parte delle volte il bambino vuole soltanto chiedere attenzioni per soddisfare i suoi bisogni, ma a volte necessita di essere rassicurato, e questo accade grazie alla voce della mamma, o semplicemente stringendolo nelle proprie braccia.Per questa prima fase, l’empatia è l’unico modo per supportare il neonato, facendogli avvertire la presenza solida di una figura pronta a prendersi cura di lui, e tutti i comportamenti del genitore verranno interiorizzati dal bambino, che sin da piccolo è una spugna, perciò è importante controllare ogni cosa nella relazione genitore-figlio appena nato, perché tutti i comportamenti potrebbero essere facilmente replicati.
I veri capricci iniziano intorno all’anno e mezzo di vita del bambino, in cui il piccolo inizia a prendere consapevolezza di se stesso esplorando la realtà circostante attraverso i suoi sensi, e per questo tende ad essere curioso di scoprire cose nuove. Allo stesso tempo avverte la necessità di esprimersi e non perdono occasione di mostrare i propri sentimenti al mondo e fanno capricci per le sciocchezze.
In questa fase, il bambino desidera conquistare la sua indipendenza nonostante sappia che non è capace di restare da solo senza i genitori, iniziando a rispondere no a qualsiasi domanda gli si pone.In tutto il periodo che va dall’anno e mezzo in poi i capricci si intensificano e si manifestano sempre più spesso anche per cose che non richiedono particolari discussioni.
In questa fase, il bambino piangerà disperatamente non curante della situazione, e i capricci più frequenti riguardano le regole imposte in casa come restare seduti composti a tavola, andare a dormire, pretendere un gioco in regalo o anche semplicemente mettersi il giubbotto prima di uscire di casa. Tutte azioni quotidiane che porterebbero il bambino a rifiutarsi di svolgere una determinata cosa, che metteranno a dura prova la pazienza di tutti i genitori.
Così come gli adulti, anche i bambini durante il loro capriccio hanno bisogno di sfogare i propri sentimenti e le proprie volontà, e in seguito necessitano di essere rassicurati in modo tale da rendere quella situazione un momento per imparare qualcosa di nuovo, acquisendo insegnamenti che si porterà per tutta la vita.
Nel momento del capriccio il genitore deve mantenere alcuni comportamenti che faranno capire al bambino del suo errore, mantenendo però una certa empatia.
Importante il tono di voce, che deve restare calmo e pacato, mantenendo però un tono di decisione per stabilire l’autorità, e deve essere impassibile al ricatto del bambino, che, se assecondato non sarà d’insegnamento per il futuro.
I comportamenti positivi del bambino dovrebbero essere premiati, in modo tale da ricompensarlo quando fa qualcosa di corretto e utilizzarlo come metodo di educazione.