Villocentesi ed amniocentesi sono da tempo gli esami di diagnosi prenatale per eccellenza, poiché consentono di sapere con certezza se il feto è affetto da anomalie, soprattutto di tipo cromosomico. Il loro principale difetto è il rischio di perdita fetale, che si aggira intorno all’1%.
Innanzi tutto non esiste alcuna differenza sul tipo di malattie evidenziabili con entrambe le metodiche: tutte le malattie cromosomiche.
Non esiste una sostanziale differenza per quanto riguarda le possibilità di ripetizione del prelievo per fallimento dell’analisi (1/5000 per l’amniocentesi e 1/4000 per il villo coriale) né per la incidenza di abortività relativa alla metodica (0,7% per amniocentesi e 0,74% per villocentesi). Le differenze sostanziali riguardano l’epoca di esecuzione, precoce per il villo e tardiva per l’amniocentesi e i tempi di risposta, che sono di qualche giorno per il villo e di 2-3 settimane per l’amniocentesi. Fondamentale appare anche in caso di risposta patologica la modalità di ricorso alla interruzione di gravidanza, che la legge 194/78 permette di procedere tramite un raschiamento in day hospital se la diagnosi è effettuata entro le 13 settimane, mentre oltre tale epoca si deve ricorrere ad un parto indotto, con un travaglio lungo diverse ore.
Quali sono differenze villocentesi e amniocentesi
Pubblicato il 14/12/2014 alle 22:37