Dopo i primi mesi di vita un bambino inizia a capire gradualmente come usare le parole per manifestare i suoi stati d’animo, i suoi pensieri, per esprimere giudizi e apprezzamenti su ciò che vede e che sente o per fare delle richieste. La prima forma di comunicazione appena nato è il pianto, poi c’è la fase di ascolto e di apprendimento delle frasi pronunciate dagli adulti e il piccolino comincia a pronunciare alcune paroline, dapprima in forma distorta e poi in maniera sempre più corretta.
A circa 3 mesi di età può già riconoscere il suo nome, voltarsi quando lo chiamate e rispondere con qualche suono, a 6 mesi prova ad emettere dei monosillabi come “ba” e “ma” che sono i più facili da pronunciare e li ripete più volte perché percepisce in essi una certa piacevole musicalità. Ecco le fasi di sviluppo del linguaggio dopo il primo anno:
- da 12 a 17 mesi: dal suo primo compleanno il bimbo può essere in grado di utilizzare una o più parole e conoscerne il significato, le prime che pronuncia potrebbero essere delle varianti di “mamma” e “papà”;
- a 15 mesi: può saper già alzare il tono di voce con l’intento di formulare una domanda, aiutandosi con dei gesti per far comprendere meglio agli altri ciò che vuole esprimere;
- da 18 a 24 mesi: possiede un lessico che arriva a 50 parole, riesce a metterne insieme due per formare una piccola frase, del tipo “prendi quello” e se ascolta una filastrocca tenta di ripetere. Noterete che cerca di creare dei discorsi alternando parole e suoni, non importa se le sue chiacchierate non hanno senso, l’importante è che faccia allenamento nel parlare, ogni bambino impara ad usare i suoni a proprio modo e in fasi diverse. I pronomi “lui” e “lei” possono confonderlo, quando vi rivolgete a lui è meglio indicare le persone con il nome, ad esempio ” la bimba gioca”, ” Marco canta”.
- da 25 a 36 mesi: le conoscenze linguistiche sono decisamente più avanzate, in questo periodo sa già dire il suo nome completo e la sua età, può imparare ad usare i pronomi personali “io”, “tu”, “lui”, “lei”, “loro”, è capace di rispondere in maniera chiara e concisa alle vostre domande e pronuncia frasette del tipo “sì lo voglio” oppure “no, non lo voglio” perché comincia a sentirsi più autonomo. Una difficoltà che mostrano molti bambini è il non saper modulare la voce, infatti tendono ad urlare per attirare l’attenzione. Tra i 2 e i 3 anni il piccolo possiede un vocabolario di circa 300 parole, ha la capacità di porre semplici domande come “che cos’è?” o “dove andiamo?” o “chi è”? e sa impostare delle mini-conversazioni circa ciò che si fa nel presente o ciò che si è fatto nel recente passato. In questo modo riesce a distinguere il prima e il dopo ed è pronto per imparare ad usare i verbi al presente e al passato prossimo, del tipo: “mangio”, “ho mangiato”.
Per aiutare il vostro bimbo nell’apprendimento del linguaggio, parlategli spesso, quante più parole ascolta, tanto più impara, i bimbi piccoli sono in grado di assorbire tante informazioni e di imparare molto velocemente. Una buona strategia di insegnamento è organizzare dei giochi in cui si indicano vari oggetti con i loro nomi, in questa maniera il bambino amplierà il suo lessico attraverso l’associazione di parola-cosa-immagine. Una volta che è capace di formulare una frase di due parole, fategli ascoltare la stessa frase con qualche parola in più. Ad esempio se lui dice “questo pesce”, voi potete aggiungere “questo pesce è grande” oppure “questo pesce è piccolo”. E’ importante che vi poniate sedute di fronte a lui quando gli parlate, per catturare meglio la sua attenzione e recitate spesso delle filastrocche, il porre in evidenza la musicalità del linguaggio rende il processo di apprendimento più semplice e divertente.
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