Nell'educazione dei bambini, le punizioni hanno il loro spazio, ma non devono essere eccessive.
L’educazione è un aspetto di fondamentale importanza nella vita dei bambini, che comprende anche le punizioni. In particolare, nei bambini, costituisce la colonna portante per lo sviluppo degli stessi. Il compito di educarli spetta ai genitori, che quindi assumono l’arduo ruolo di essere dei veri e propri educatori. L’elemento fondamentale nell’educazione dei bambini, è costituito dalle regole, cioè da obblighi e/o divieti che ci suggeriscono come comportarci. I bambini però, hanno spesso la tendenza a sfidare queste regole, e di conseguenza, tendono a fare capricci. I genitori a questo punto, per dare una dritta ai propri bambini e cercare di metterli in riga, decidono di punirli. Le punizioni ai bambini servono?
Queste punizioni possono presentarsi in diverse modalità. I genitori possono decidere di infliggere ai propri bambini una punizione fisica, come ad esempio uno schiaffo o una sculacciata, oppure privare il bambino di un oggetto a lui caro per un determinato periodo di tempo.
Le punizioni corporali sicuramente non servono per l’educazione dei bambini. Uno schiaffo o una sculacciata possono anche essere dannosi per il bambino, incidendo negativamente sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dello stesso. Indirettamente, anche l’autostima viene coinvolta.
Una diversa modalità di punizione invece, come ad esempio un rimprovero o un impedimento temporaneo di un oggetto, può essere utile. Tuttavia, anche questo tipo di punizione per risultare efficace, deve seguire alcune linee guida.
In primis, sarebbe bene che durassero poco, senza prolungarsi eccessivamente nel tempo. Ad esempio, nel caso specifico della privazione di qualche oggetto o di qualche attività, la punizione non dovrebbe prolungarsi oltre qualche giorno.
Inoltre, le punizioni devono essere rare, perché si correrebbe il rischio di farle perdere la loro valenza e di conseguenza la loro efficacia. Tuttavia ci sono diverse scuole di pensiero, con pensieri spesso contrastanti tra loro. Alcuni non riescono a farne a meno, mentre altri evitano di punire i propri piccoli nella maniera più assoluta.
Tuttavia, è possibile percorrere una terza via, cioè quella delle alternative alle punizioni. La prima alternativa da poter attuare, è quella dell’ascolto e della comprensione reciproca. Il genitore che decide di attuare questo metodo di educazione, deve essere in grado di avvicinarsi al proprio bambino attraverso un aspetto critico, cercando di capire il motivo del suo comportamento e comprenderlo, rendendolo quindi responsabile delle proprie azioni.
Una volta indotto il bambino a riflettere sullo sbaglio commesso, una cosa buona e giusta sarà mostragli le conseguenze del proprio gesto e offrendogli qualche possibilità di rimedio.
Un’altra alternativa potrebbe essere quella di non comunicare al bambino le conseguenze delle proprie azioni, ma dargli la possibilità di sperimentarle. Una volta che il bambino sperimenterà le conseguenze che le proprie azioni hanno su se stesso e sugli altri, probabilmente eviterà di ripeterle e imparerà anche a chiedere scusa.
Questi tipi di comportamento sono inoltre utili per instaurare un rapporto di fiducia col proprio bambino e a garantirgli uno sviluppo psicofisico adeguato.