Ansia, preoccupazione, paura di non essere all'altezza: questi sono tutti problemi di autostima che si manifestano nei bambini fin da subito. Ecco dei semplici consigli da seguire per rasserenare i vostri bambini.
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L’autostima è un processo duraturo che si apprende sin dalla tenera età. L’auto-approvazione del valore individuale viene infatti fuori attraverso le auto-percezioni che i bambini iniziano a sviluppare in età precoce. Trattasi, perciò, di un valore soggettivo fondamentale che, nel corso degli anni, si rivela imprescindibile per centrare appieno gli obiettivi prefissati, per coronare i sogni, per superare le difficoltà, per risolvere i problemi più comuni, per essere in salute e per tenere alte le ambizioni.
Il ruolo dei genitori è cruciale quando c’è in gioco l’autostima dei bambini. Frasi del calibro: “A scuola sei stato un disastro”, “Non ne azzecchi una”, “Ne facessi mai una giusta” o “Guarda tuo fratello. Lui sì che ci riesce” sono assolutamente deleterie, in quanto mettono i bambini in una condizione di inferiorità nei confronti dei loro coetanei. Questa condizione psicologica con il prosieguo della vita si trasforma in un vero e proprio disturbo del comportamento. In occasione delle prime difficoltà, infatti, se i genitori utilizzano un linguaggio non idoneo, come le frasi appena evidenziate, i bambini non si sentiranno all’altezza e nemmeno ci proveranno a fronteggiarle. Perciò, massima attenzione al linguaggio utilizzato.
Ecco pertanto alcune dritte relative al problema dell’autostima e a come risolverlo nel caso dei bambini.
Mai criticare i bambini a prescindere. Le esperienze si dimostrano a tutti gli effetti un toccasana per migliorare la loro autostima. In primo luogo, si divertiranno. In secondo, usciranno dai classici schemi routinari. Risultato? Impareranno a conoscere al meglio il mondo e la realtà che li circonda. Di fatto, è proprio in tenera età che i piccoli hanno maggiori possibilità di conoscere meglio se stessi, il loro talento, le loro inclinazioni, le loro passioni, le loro paure e le loro antipatie. La conoscenza dei valori appena citati deve essere vista come il primo passo per quanto riguarda la realizzazione del sé.
Compito di un genitore, poi, deve essere quello di lasciar coltivare ai bambini tutto ciò che loro amano, affinando il loro talento e allenando le loro qualità. C’è chi ha particolare affinità per lo sport e chi per la musica, chi per il disegno e chi ama stare più al centro nelle recite scolastiche, c’è chi ha doti creative fuori dal comune e chi ha una perfetta organizzazione. Una volta indicata al bambino la via da seguire, il genitore non deve mai far prevalere le sue aspettative. Una pressione eccessiva è assolutamente deleteria. Si consideri che sin dall’età pre-scolastica, ogni bambino ha in sé il germe della persona che diventerà negli anni venturi. In questo modo, ci saranno maggiori probabilità che i più piccoli possano riportare risultati positivi e successi, a prescindere dal campo in cui si cimentano, perché liberi di agire come meglio credono, in quanto hanno accumulato esperienza passo dopo passo.
Per risolvere il problema dell’autostima dei bambini, è sempre opportuno dimostrarsi costruttivi. I paragoni sono sempre sbagliati: “Perché il tuo compagno di banco prende sempre bei voti in matematica e tu no?”. Lo stesso dicasi per le critiche caratteriali: “Sei così taciturno che di questo passo non riuscirai a farti molti amici”. Anche a fronte di risultati non ottimali (capita) o di insuccessi, è bene continuare a coltivare le passioni e le inclinazioni del bambino, puntando sull’aspetto costruttivo. Frasi come “Ma lo sai che sei proprio bravo con il computer?” oppure “Ma quanto sono belle le foto che hai scattato!” o ancora “Continua ad impegnarti, perché da grande …” si dimostrano positive e coinvolgenti: il bambino darà il meglio di sé. I complimenti quindi sono sempre ben accetti. Genitori in grado di dare amore a prescindere, proteggeranno al meglio i più piccoli dall’odioso confronto con gli altri, allontanando sia lo spettro dell’insicurezza che la necessità di doversi guadagnare ogni volta l’approvazione degli altri.
Assegnare ai più piccoli i classici compitini è una scelta giusta per responsabilizzarli. Massima attenzione al fatto che i compiti siano all’altezza delle loro capacità (altrimenti, si annoierebbero) e che venga indicato un lasso di tempo entro cui svolgerli. Che si tratti di apparecchiare o di sparecchiare la tavola, di fare il letto, di prendersi cura del giardino, questi compitini trasmetteranno fiducia, miglioreranno l’autostima e con il passare degli anni i bambini saranno in grado di cavarsela da soli. Insomma, sfruttare queste “palestre d’intelligenza” è una scelta saggia. In caso di rallentamenti o di difficoltà nel portare a termine la mansione indicata, è bene che il genitore non intervenga mai, se non è il bambino a richiederlo in prima persone. La classica frase “Lascia stare. Ci penso io” smorzerà ogni entusiasmo in lui. D’altronde, l’autostima viene rafforzata da qualità come autonomia, responsabilità e abilità nel sapersi organizzare.
I bambini tra dispetti e disattenzione di disastri ne fanno davvero innumerevoli. In queste situazioni, gli errori vanno sì sottolineati, ma non drammatizzati. “Hai sbagliato e ora devi rimediare”, frase ferma, suona certamente meglio di “Sei sciocco, che errore che hai fatto”. Evidenziando gli errori, i più piccoli impareranno a non rifarli, perché non si sentiranno mortificati e, soprattutto, cercheranno di trovare una soluzione concreta. In questo modo, da piccoli capiranno che ogni azione ha una conseguenza, che dagli errori c’è solo da imparare e che dovranno contare sempre su loro stessi per superare gli ostacoli. Solo se i genitori si dimostrano costruttivi e non critici a prescindere, l’autostima dei bambini sarà sempre alta.