La varicella in gravidanza può comportare delle complicazioni, sia per la gestante che per il feto. Come dobbiamo comportarci?
Quali sono i possibili rischi della varicella in gravidanza e come si manifesta? Che tipo di complicanze si possono verificare e come comportarsi?
La varicella è una malattia infettiva che è molto frequente nei bambini, ma può venire anche da grandi. I sintomi caratteristici sono la comparsa di bolle piene di liquido sulla cute e tipo influenzali, come mal di gola, tosse e febbre. Una persona, di norma, contrae questa malattia esantematica una volta sola durante la sua vita, perché dopo si verifica immunità. Il virus, però, rimane silente nel corpo per tutta la vita e può dare origine ad altri tipi di malattie, con il nome di fuoco di Sant’Antonio.
Una donna che non ha avuto la varicella ed è in gravidanza ha più possibilità di sviluppare problemi congeniti nel feto, mentre la madre può avere più complicazioni. Queste complicazioni aumentano se la gestante si trova oltre la ventesima settimana, se ha malattie polmonari come l’enfisema, se fuma e se ha assunto cortisone nei tre mesi precedenti. La donna in tal caso potrebbe essere a rischio polmonite, encefalite, epatite. E’ sempre meglio consultare un medico nel caso in cui si verifichino sintomi di tale malattia in una gestante.
Prima delle 28 settimane di gestazione, non c’è rischio di aborto, in quanto il virus potrebbe non riuscire a raggiungere il feto. Successivamente, invece, tra le 28 e le 36 settimane, il virus può raggiungere il feto senza andare a causare sintomi. Può rimanere però latente fino ai primi anni di vita, magari sotto forma di herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio).
Se la malattia, invece, viene contratta nei giorni del parto si avrà nel neonato una varicella neonatale. Se la donna incinta ha contratto la malattia qualche mese prima della gravidanza, il bambino sarà protetto dall’infezione per i primi mesi di vita. Le donne che ormai hanno contratto varicella sono immuni, come noto.
Quando è necessario chiamare il medico in caso di varicella, magari nei confronti di un bambino? Se la febbre è a più di 38.8° per più di 4 giorni, se ha difficoltà di respirazione, non riesce a camminare, ha un forte mal di testa o grandi eruzioni cutanee con pus, è opportuno chiamare un medico. In caso contrario, il virus si disattiverà nel nostro corpo da solo, dopo alcuni giorni.
Le bolle, però, soprattutto in posti come mani, piedi e bocca, possono durare anche diverse settimane. Si ricorda che la malattia è molto contagiosa e, quindi, dobbiamo stare attenti a portare fuori il bambino nel caso in cui l’abbia contratta. Generalmente, la persona inizia a non essere più contagiosa quando le bolle iniziano a formare le croste. Ciò avviene circa in 7-10 giorni. Si deve considerare anche che la varicella ha un tempo di incubazione piuttosto lungo che, in genere, riguarda 15 giorni.