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Lo sport ha un ruolo primario all’interno del percorso di crescita di un bambino. Sia che si decida di praticarne uno o che si preferisca limitarsi a tifare per una squadra di calcio, i bambini devono avere la possibilità di usufruire dei tanti insegnamenti provenienti dal mondo dello sport. Tuttavia, oggi frequentare gli stadi non è facile. I fatti di cronaca raccontano di incidenti e di scontri dentro e fuori dagli stadi che ormai inquinano questo mondo senza che si riesca a trovare una soluzione. La principale conseguenza è che un luogo di socializzazione e divertimento come lo stadio, si sta sempre di più trasformando nel posto in cui sfogare le proprie frustrazioni. Portare i bambini allo stadio risulterà pericoloso? Ecco alcuni consigli e accorgimenti da tenere in mente per godersi questo sport in sicurezza.
Portare un bambino allo stadio è pericoloso?
Portare un bambino allo stadio può essere un’occasione speciale sia per lui che per la persona che l’accompagna. Guardare una partita dal vivo, ammirando da vicino i propri beniamini, è uno spettacolo unico che può cementificare la passione già esistente o farne nascere una nuova. Tuttavia, oggi, in Italia, ciò non è sempre facile. Le strutture sono vecchie e obsolete e non permettono una ricezione a misura di bambino. Seggiolini scomodi, poco spazio per muoversi, servizi molto carenti: è questa la situazione generale. Gli stadi italiani non sono ancora all’altezza di quelli di altri Paesi europei.
Quali partite scegliere
La prima cosa da fare quando si decide di portare un bambino allo stadio, è scegliere la partita giusta. Non tutte, infatti, sono indicate e capaci di offrire quel grado di sicurezza e tranquillità necessari affinché un bambino possa divertirsi. In particolare, si dovrebbero evitare i match in cui si scontrano squadre con tifoserie nemiche o storicamente rivali. Si rischia di andare incontro a esperienze che potrebbero influire negativamente sul rapporto che il bambino sta instaurando con lo sport. La cronaca stessa ci ha spesso raccontato di bambini obbligati a togliersi la maglietta della squadra del cuore, soprattutto in trasferta, oppure costretti a cambiare settore dopo aver subito minacce e insulti.
Pertanto, sarebbe consigliabile scegliere sempre partite senza troppi rischi, magari quelle tra Nazionali in cui le tifoserie organizzate non esistono. In alternativa, se si ha la fortuna di vivere nella città della squadra per cui si fa il tifo, si possono preferire quei match in cui le tifoserie sono gemellate o non esistono rivalità, in modo tale da potersi anche mischiare senza rischio di incidenti.
Le tribune family
Nonostante l’arretratezza di molti stadi italiani, sono stati fatti molti passi avanti, soprattutto da quando le società hanno cominciato a costruirsi e a gestirsi in maniera indipendente le proprie strutture. Stadi come l’Allianz di Torino, di proprietà della Juventus, la Dacia Arena di Udine o il Mapei Stadium di Reggio Emilia, da questo punto di vista, hanno rappresentato una vera svolta nella fruizione del calcio. Sono strutture adatte a tutti, sicure e a misura di famiglie e bambini. Questi stadi rendono possibile portare i bambini allo stadio. Qui, proprio per venire incontro alle esigenze di chi voleva portare allo stadio i figli anche in tenera età, sono nate aree dedicate. Sono le cosiddette tribune family, dove i bambini e le loro famiglie possono godersi lo spettacolo al sicuro e in tranquillità, lontani dalle zone più calde dello stadio e potendo usufruire di servizi assenti in altri settori.