Dal fluido raccolto, si può determinare se una donna ha delle infezioni o controllare la presenza di organismi stranieri. Una volta che l’esame è completo, si passa il liquido al laboratori analisi.
Un tampone vaginale si fa di solito in procedure diagnostiche ginecologiche. Un dottore potrebbe usarlo per verificare se una malattia trasmessa sessualmente è in corso. Questo tipo di test si usa per analizzare gli organismi che sono presenti all’interno della vagina. Per esempio, una donna potrebbe avere dei batteri dannosi e il test è eseguito per verificarli.
Il tampone vaginale si esegue verso la fine della gravidanza, quando solitamente si è alla 34-36 esima settimana di gravidanza.
Con il tampone vaginale, non si corrono particolari pericoli, in quanto non è un esame invasivo, ma nel caso, anche se è molto basso il rischio, il bambino potrebbe essere contaminato durante il parto. E’ un esame che permette di verificare alcuni batteri o infezioni, ma non crea particolari danni né alla mamma né al feto.