Duemila e catordici anni fa, Gesù Bambino veniva alla luce, avrebbe amato il mondo così tanto da dare in seguito la sua vita. Un dono enorme e non solo per i cristiani, che in qualche modo rivive simbolicamente ogni anno con i regali. Si proprio quelli che ci scambiamo senza capirne troppo il motivo e ci fanno scervellare, spendere e occupare fin troppo tempo tra casse per pagare, parcheggio e traffico. Eppure noi ci muoviamo quasi come robot. Poco importa alla fine il motivo, quel che conta è il risultato. Del resto, se dovessimo pensare a qualcosa di veramente importante per noi, più che ad un oggetto di poco valore dovremmo pensare a ciò che siamo. Il Natale è un attimo di totale rinnovamento, di felicità assoluta per ciò che abbiamo avuto fino ad oggi e di riflessione se vogliamo. Ormai però non abbiamo più tempo per fermarci un attimo a comprendere, è tutto automatico e poi nonostante siamo destinati a mangiare tanto e a prendere i chili, dopo l’estate potremo concederci qualche giorno di ferie. Il dono non deve essere obbligatorio o costoso, ma sentito si. E’ come se si facesse qualcosa per qualcuno che abbiamo vicino. Il momento di condivisione è totale e non solo per chi vogliamo più bene. Il metro di paragone degli affetti ha un valore relativo, quando si mette al primo posto l’amore incondizionato: quello stesso che Gesù Bambino non ha esitato, dal suo primo momento di vita a regalarci.
Perché si fanno regali a Natale
Pubblicato il 06/12/2014 alle 23:33