La vergogna non ha l'effetto che pensiamo e fa più male che bene. Esistono delle alternative decisamente migliori per aiutare i vostri bambini.
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Rimproverare i bambini non è un ottimo strumento di disciplina. Può essere facile scivolare in commenti di vergogna per frustrazione. Probabilmente dite cose come:
“Sei proprio un bugiardo. Non riesco a credere a una parola che esce dalla tua bocca”.
“Perché piangi? Non è così grave!”.
“Non fai altro che piagnucolare e lamentarti. Sei fastidioso”.
Possiamo facilmente spiattellare questo tipo di commenti nella speranza che i nostri figli riconoscano le loro malefatte, o che questo li faccia sentire abbastanza in colpa da cambiare le loro abitudini. Ma la vergogna non ha l’effetto che pensiamo e fa più male che bene.
Certo, i bambini possono sentirsi in colpa dopo aver fatto qualcosa di brutto, ma non è la stessa cosa che provare vergogna. La differenza è che il senso di colpa ha a che fare con la sensazione che un comportamento sia stato “cattivo” e non con il pensiero “io sono cattivo”. C’è una differenza significativa e la vergogna può avere un impatto considerevole sul benessere di vostro figlio e sulla vostra relazione. Queste aree avranno un effetto a catena in termini di ascolto e rispetto delle regole e dei limiti.
È importante considerare l’età di sviluppo del bambino. Le aspettative per un bambino di sei mesi e per uno di sei anni sono molto diverse. Ogni bambino è unico in termini di sviluppo e personalità. Non si può quindi dare per scontato che ogni bambino di quattro anni capisca o sia in grado di soddisfare le stesse richieste.
Usate le affermazioni “io”, come “mi sento”. In questo modo, l’adulto si appropria delle proprie emozioni e delle proprie esperienze. In questo modo si riduce il senso di vergogna, ma si affrontano comunque i comportamenti che si vorrebbero ridurre. Un buon esempio è l’affermazione: “Mi sento (inserire il sentimento), quando (inserire il comportamento problematico che avete notato) perché (dire perché vi ha fatto sentire in quel modo)”.
Evitate di dire cose come: “Sei un bambino cattivo”. Vostro figlio non è cattivo, ma il suo comportamento può essere certamente impegnativo. Cercate di parlare loro di comportamenti specifici che non vi piacciono o sono inappropriati. Ad esempio, “Mentire è inaccettabile”, invece di “Quando menti, ti comporti male”.
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