Perché il bambino si comporta meglio con il papà? Questa è una domanda importante che probabilmente tocca un nervo scoperto di molte mamme. Qualunque sia la vostra situazione, sappiate che il rapporto genitoriale è in continua evoluzione. Uso i termini “mamma” e “papà” per coerenza nell’affrontare questa domanda.
Perché il bambino si comporta meglio con il papà?
È vero che gli adulti si sentono meglio quando i bambini si comportano in un certo modo. I genitori desiderano avere figli che collaborano, non oppongono grande resistenza e mostrano più risate che lacrime. Tutti vogliono stare bene insieme.
Più tempo
Se la vostra famiglia è simile alla mia, la mamma passa più tempo con i bambini rispetto al papà. Anche le mamme che hanno un altro lavoro tendono a svolgere la maggior parte dei compiti di cura, che si tratti di preparare i bambini al mattino, partecipare alle attività o gestire la routine della nanna. La quantità di tempo di contatto che i bambini hanno con i diversi adulti può influenzare il nostro modo di percepire il loro comportamento.
Stile genitoriale
Un fattore significativo del comportamento dei bambini con ciascun genitore è lo stile genitoriale. I bambini sono intelligenti, intuitivi e adattivi. Se i genitori sono diversi, i figli si comportano in modo diverso. Questo è un dato incoraggiante, perché se volete che vostro figlio si comporti in modo diverso, potete creare il cambiamento con un diverso stile genitoriale.
Per esempio, diciamo che la mamma ha uno stile autoritario: mantiene confini rigidi e si trova a suo agio nel gestire le reazioni che ne derivano. Diciamo che il papà ha tipicamente uno stile autoritario: è severo, non lascia spazio alla negoziazione e non tollera alcun tipo di resistenza. In questo ambiente, i bambini impareranno (rapidamente) che la mamma può sopportare qualche lamento, qualche capriccio o anche qualche occasionale rimprovero, mentre il papà non lo permette, mai.
I bambini risponderanno con una maggiore resistenza ai limiti della mamma e con una totale conformità (interpretata erroneamente come un “buon” comportamento) ai limiti del papà.