Partorire ai tempi del Covid-19, come funziona? L'ebook "Il Covid-19 nei 9 mesi" di Consulcesi illustra le linee guida.
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La pandemia da Covid-19, fra le altre problematiche cliniche e di salute pubblica, pone anche quelle sull’organizzazione della rete natale, la gestione dell’infezione in gravidanza, la possibile trasmissione materno-fetale dell’infezione prima, durante e dopo il parto, la sicurezza della gestione post parto e l’allattamento nei primi mesi. Partorire ai tempi del Covid-19, come funziona? Ecco le linee guida e le norme da seguire spiegate spiegate nell’ebook “Il Covid-19 nei 9 mesi” realizzato da Consulcesi. Si tratta di una sorta di “libretto d’istruzione” rivolto ai professionisti sanitari e utile per le coppie in attesa.
Diventare genitori in epoca Coronavirus è un’emozione ibrida per la coppia. Mentre il pancione cresce settimana dopo settimana, aumenta anche l’attesa del piccolo. Insieme alla gioia, però, crescono anche i dubbi che affliggono i futuri genitori. Le domande che attanagliano la coppia riguardano principalmente il luogo dove si andrà a partorire, le norme igieniche e l’eventuale presenza del papà in sala parto. Sì ai papà in sala parto, assolutamente sì all’allattamento, ma con mascherina se positive al Covid-19. Per la partoriente è obbligatoria la mascherina durante tutto il travaglio e al momento del parto vero e proprio. Inoltre, nessuna visita in ospedale da parte di parenti e amici. Sono sono alcune delle linee guida redatte per affrontare la gravidanza e il parto in tempi di pandemia. Consulcesi ha realizzato un ebook dal titolo “Il Covid-19 nei 9 mesi”, prendendo in considerazione più di 90 articoli scientifici internazionali per realizzare una guida semplice ma dettagliata per i futuri genitori. Quali sono gli aspetti fondamentali?
Al momento non ci sono controindicazioni sulla presenza durante il travaglio e il parto del papà o di un accompagnatore in una gravidanza positiva al Coronavirus. Si tratta di un’ottima notizia, dal momento che avere qualcuno in questo momento così delicato può rappresentare un supporto psicologico rilevante per la futura mamma. Naturalmente, per poter accedere alla sala parto l’accompagnatore deve essere asintomatico, indossare la mascherina chirurgica e gli adeguati dispositivi di sicurezza.
In sala parto non vi è nessuna eccezione né per le partorienti, negative o positive, né per gli operatori sanitari. Durante il parto, la donna deve sempre indossare la mascherina chirurgica poiché è il momento più a rischio dell’intero percorso di gravidanza.
La comunità scientifica concorda che anche le donne positive al virus possono allattare al seno. Nonostante ciò, per evitare che una madre infetta possa trasmettere il virus si raccomanda di indossare la mascherina facciale chirurgica, ricordandosi di seguire in modo accurato le norme igieniche. Un’altra indicazione da seguire è di posizionare la culla a una distanza di due metri dalla testa della mamma.
L’accesso delle donne in dolce attesa va ridotto alle visite necessarie e programmato per telefono con l’ostetrica del consultorio in modo da regolamentare l’afflusso nelle sale d’attesa, per ridurre al massimo la possibilità di mettere a rischio la salute. Si raccomanda quindi di attivare un triage telefonico per contattare a casa tutte le donne in prossimità del parto e assicurarsi delle loro condizioni di salute.
L’esecuzione del tampone naso-faringeo è raccomandata solo per i casi sospetti. Come ulteriore misura protettiva, tutte le donne alla 41esima settimana di gravidanza che si sarebbero dovute recare in ospedale per effettuare il tracciato devono effettuare il tampone.
Le donne risultate positive al virus vengono trasferite in appositi reparti dove vengono isolate. In pronto soccorso viene effettuato lo screening alle pazienti insieme al tampone. Vi è inoltre un percorso distinto sia in entrata che in uscita dalla sala parto per la donna positiva.
Per le donne risultate positive al Covid-19 e la sua famiglia, sono raccomandati interventi educativi-informativi per dare continuità alla presa in carico da parte degli operatori sanitari.