Una delle paure più grandi che affligge le future mamme è il parto naturale: cosa occorre sapere per affrontarlo serenamente.
Argomenti trattati
La notizia di essere in dolce attesa è sempre una delle più belle ed emozionanti. Dopo la gioia, però, arrivano anche i dubbi e le paure. Molti di questi riguardano soprattutto il parto naturale: ecco cosa occorre sapere per viverlo serenamente.
Le linee guida dell’OMS, dell’UNICEF e del Ministero della Salute, in assenza di problematiche particolari, consigliano il parto naturale, ossia quello che avviene per via vaginale. È bene, però, sapere che questa non è l’unica possibilità per una futura mamma. Il parto naturale si distingue dal parto distocico.
Quest’ultimo, infatti, a causa di qualche difficoltà, richiede l’utilizzo di una ventosa o del forcipe per aiutare il piccolo a uscire. Proprio perché richiede un intervento manuale o strumentale per facilitare l’uscita del bambino è considerato un parto operativo e non naturale. L’utilizzo del forcipe o della ventosa, benché possa rivelarsi provvidenziale, potrebbe essere fonte di qualche piccolo trauma per il bebè, destinato comunque a scomparire nel giro di pochi giorni.
È possibile anche scegliere il parto naturale con anestesia epidurale. La futura mamma, in questo caso, mantiene inalterata la sua sensibilità e le contrazioni uterine sono comunque percepite, ma in modo non doloroso, e il parto avviene con la piena partecipazione della partoriente.
Per tutte le future mamme, ecco una lista di cose da sapere sul parto naturale.
Tutte le donne si chiedono se ce la faranno una volta arrivate in sala parto, ma una risposta non esiste. In un modo o nell’altro si partorisce e non bisogna vergognarsi delle proprie reazioni. I medici e le ostetriche sono abituati alle possibili stranezze delle partorienti o agli inconvenienti fisici che possono accadere, quindi prima di tutto bisogna essere rilassate e serene.
Non è vero che il travaglio parte con la rottura delle acque. Infatti, la rottura del sacco può avvenire anche ore prima dell’avvio della fase attiva del travaglio, o può essere addirittura provocata dal ginecologo, se non avviene spontaneamente. L’inizio del travaglio, infatti, è dato dalle contrazioni che diventano via via regolari, più intense e dolorose.
È utile fare un corso preparto, perché può aiutare a conoscere le varie fasi del parto naturale, cosa fare nelle diverse situazioni e come affrontare le paure del momento, oltre a creare confidenza con il partner che potrà partecipare agli incontri e imparare come aiutare.
Conoscere i diversi momenti del parto naturale è positivo, in modo da riuscire a regolarsi anche sui tempi. Si tratta di quattro fasi:
Quando ci si avvicina al parto sono tante le storie che si sentono a proposito di travagli durati anche giorni. Di certo è un’esperienza personale e come tale ognuno la vive a suo modo. Scientificamente, però, è importante sapere che il parto naturale nella sua fase attiva, non può durare più di 18 ore.
Non è detto che sia obbligatorio soffrire o che lo sia per tutto il travaglio. Esistono ormai diverse tecniche o espedienti per aiutare la partoriente a provare meno dolore e concentrarsi sull’esperienza. La più utilizzata è l’anestesia epidurale, a cui si affiancano anche nuovi metodi, come i gas rilassanti, molto utilizzati per esempio mi Gran Bretagna. Un’altra tecnica è quella di partorire in acqua, un metodo che riduce il dolore delle doglie. Esistono poi tecniche da imparare prima, come quelle legate allo yoga e alla meditazione, oltre alla più classica respirazione. Una respirazione corretta, unita a delle buone spinte può aiutare realmente la gestante.