Il parto è la naturale fase conclusiva di una gravidanza, nonché uno dei momenti che manda maggiormente in apprensione le neomamme. Il parto è costituito da tre fasi principali: la prima detta anche fase prodromica o di preparazione, nella quale i tessuti della mamma si preparano al passaggio e all’uscita del bambino. Spesso questa fase è indolore quindi passa del tutto inosservata. In alcuni casi si manifesta con contrazioni preparatorie, che sono abbastanza irregolari e sopportabili molto simili a dolori mestruali. La seconda fase, quella del travaglio vero e proprio, si divide in fase dilatante ed espulsiva, ed è caratterizzata spesso da dolori molto intensi e termina con la nascita del bambino. Le tipologie di parto sono numerose, in particolare esiste una distinzione tra parto naturale e non.
Parto naturale o in acqua: le differenze
Il parto in acqua è una forma di parto naturale che ha origini russe ed ha visto la sua applicazione prima che in Italia, in Francia. Funziona come un parto naturale, ma diversamente da questo, non può essere indotto in alcun modo con medicinali e segue naturalmente i ritmi dettati dalla mamma e dal nascituro. È una pratica che col tempo sta diventando sempre più diffusa.
Un aspetto importante del parto naturale è che bisogna aiutare la donna a muoversi, ad assumere le posizioni che riducono le sensazioni dolorose. Importante è offrire piccoli pasti leggeri e bevande, mantenere l’ambiente protetto da influenze stressanti esterne, favorire la presenza del partner o di un’altra persona di fiducia. Fondamentale è proporsi come una presenza attenta, discreta e rassicurante. Nel caso di parto in acqua, risulta molto naturale per la mamma la presenza di acqua tiepida mantenuta sempre pulita e a temperatura costante. Questo rende l’ambiente più accogliente per la neomamma che si sente più rilassata, protetta e distesa. Inoltre, chi assiste, può praticare un massaggio alle spalle per favorire ancora di più il rilassamento della muscolatura.
La presenza dell’acqua, diversamente dal parto naturale, favorisce l’assunzione di posizioni più comode e naturali durante il parto. Rispetto al parto naturale, quello in acqua rappresenta un evento meno traumatico per il nascituro perché l’ambiente in cui si trova prima della nascita è molto simile a quello che rappresenta la vasca in cui nascerà. Un bambino che nasce con parto naturale avrà un contatto diretto con il mondo esterno che risulterà troppo colorato e rumoroso; tutte queste sensazioni però vengono attenuate dall’acqua.
Durante il parto naturale può succedere che venga inibita, per via dello stress eccessivo, la produzione di ossitocina. Questo è un ormone fondamentale per la buona riuscita del parto perché è responsabile delle contrazioni. Nel caso del parto in acqua, grazie alla presenza di acqua calda e quindi di un ambiente che favorisce il rilassamento, la produzione di questo ormone è stimolata piuttosto che limitata.
Parto naturale o in acqua: vantaggi
Entrambe le opzioni sono ottimali ma sicuramente è giusto affermare che il parto in acqua è meno invasivo, perché non si fa ricorso ad alcun tipo di medicinale o anestetico. Nel parto naturale invece, spesso si ricorre ad anestesie epidurali per ridurre il dolore. Un altro aspetto interessante del parto in acqua rispetto a quello naturale è che il bambino appena nato viene messo subito tra le braccia della madre, senza neanche tagliare il cordone ombelicale. Il contatto con la madre è ancora più immediato. La scelta del parto in acqua negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più anche in Italia. Sono sempre di più gli ospedali e le cliniche che si stanno attrezzando così come le donne che decidono di avvalersi di questo tipo di parto piuttosto che semplicemente uno naturale