Nella Giornata Mondiale del Parto in casa la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce la sua contrarietà.
Oggi, giovedì 6 giugno, è la Giornata Mondiale del Parto in casa, una scelta che ogni anno in Italia viene fatta da 500 donne. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce la sua contraria posizione continuando a sconsigliare la scelta di partorire in casa o a domicilio.
Partorire in casa come una volta è una scelta che in Italia viene fatta ancora da molte donne. Si stima che nel nostro Paese avvengono circa 500 parti all’anno a domicilio o in casa, quindi lo 0,1% dei circa 450.000 nati l’anno. Alcune donne decidono di partorire all’interno delle proprie mura domestiche per vivere il momento più in intimità e in modo più confortevole, ma molto spesso non sono consapevoli dei rischi a cui vanno incontro. In occasione della Giornata Mondiale del Parto in casa o a domicilio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), insieme ad altri organi internazionali, ha ribadito la sua contrarietà verso tale pratica, continuando nella sua battaglia per evitare che avvengano ancora parti in casa. Anche se il parto avviene nella condizioni più consone e con tutte le precauzioni del caso, le complicazioni e i rischi per la salute della mamma e del neonato sono numerosi. A darne conferma è stato anche uno studio israeliano che ha dimostrato che il parto eseguito in casa triplicherebbe il rischio di difficoltà e imprevisti. In tali condizioni anche la possibilità di mortalità neonatale è di 2,6 volte maggiore rispetto ad un parto in ospedale.
La mortalità materna e neonatale, grazie alla costruzione di ospedali nella metà del secolo scorso, ha portato sempre di più alla diffusione della pratica del parto in casa. Questo fatto però non ha portato all’arresto di mamme che decidono di partorire in casa. Secondo quanto spiega il Professore Fabio Mosca, Presidente della SIN:
I dati della letteratura scientifica dimostrano come il parto a domicilio comporti un aumentato del rischio di mortalità e morbilità materna e neonatale, perché a casa non è possibile controllare adeguatamente parametri clinici e strumentali e, in caso di emergenza, è più complicato intervenire tempestivamente. Non è un caso che anche in Olanda, patria del parto a domicilio, questa pratica ha subito una costante e progressiva riduzione, passando da circa il 40% negli anni ‘90 al 17% del 2017
Sempre secondo la SIN, la Società Italiana di Neonatologia, queste future mamme devono essere messe al corrente sui rischi a cui vanno incontro nel fare nascere il proprio bambino all’interno delle mura domestiche. Devono venire a conoscenza di tutte i rischi e di tutte le complicanze, così da poter affrontare la nascita nelle condizioni di maggiore sicurezza. E’ fondamentale, comunque nel caso di emergenza, raggiungere l’ospedale, che è il posto più sicuro e attrezzato nel gestire complicanze ed emergenze.