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Come parlare della morte ai bambini: cosa raccontare

Parlare della morte ai bambini a volte è necessario. Farlo però, non è semplice perché va spiegata attraverso esempi pratici e con termini semplici e delicati.

La situazione che stiamo vivendo, dovuta alla pandemia da Coronavirus, ha portato a tantissime tragiche morti. Anche i bambini stanno vivendo la stessa situazione degli adulti e di certo non dovevano viverla. I bambini non sanno nulla della morte ed è per questo che dover vivere un periodo del genere può recare dei danni alla loro mente. Data la situazione, i genitori ad un certo punto si sentono obbligati a parlare della morte. I bambini sono creature curiose e fanno mille domande su ciò che vedono e che sentono. Inevitabilmente, anche solamente ascoltando il telegiornale durante la cena, un bambino potrebbe sentire la parola morte e potrebbe fare domande. Quindi, i genitori come possono parlare della morte ai bambini senza traumatizzarli?

Parlare della morte ai bambini: accorgimenti

Il rischio che si corre parlando della morte i bambini è che questi provino rabbia sull’argomento. Può accadere perché non è un fatto che si riescono a spiegare e vengono invasi dalle domande, dai dubbi e anche dalle paure. Per questo motivo, la cosa più efficace da poter fare per spiegargli al meglio il concetto è farlo attraverso degli esempi pratici. I bambini non ascoltano quando i genitori parlano di cose troppo complicate e troppo teoriche. La morte va spiegata con termini semplici e delicati, magari utilizzando lo storytelling.

Bisogna tenere conto quindi della sua età e della sua ingenuità, senza distruggere i pensieri positivi e le credenze infantili. Parlare della morte in questo caso può essere come rivelare che Babbo Natale non esiste. Dunque la comunicazione ha un ruolo fondamentale. La spiegazione va fatta in modo graduale, usando termini sottili e semplice, e soprattutto senza mentire. Se viene fatto il contrario, il bambino potrebbe accorgersi che molte cose non tornano e potrebbero arrabbiarsi o addirittura rifiutarsi di ascoltare.

Gli esempi pratici: cosa raccontare

Come accennato, raccontare una storia è il modo migliore per parlare della morte ai bambini. Sono più propensi ad ascoltare una narrazione ricca di personaggi e di avventure. Potreste quindi rappresentare la morte come un personaggio cattivo che mette i bastoni fra le ruote ai buoni, recandogli sventure e problemi.

Nei casi più difficili, come quando viene a mancare un parente vicino, i bambini tendono a fare domande di questo tipo: “Non lo rivedrò più? Dov’è andato? Cosa significa che non c’è più?”. In queste situazioni, bisogna essere sempre pronti a spiegare nella maniera più corretta e chiara possibile. La storia più comune è quella che fa riferimento alla religione. Potresti raccontare quindi che Dio o un angelo ha visto il familiare in tutta la sua bontà e ha voluto prenderselo con sé, per portarlo in un posto migliore e che un giorno lo rivedrà. Si può anche aggiungere che la persona mancata continuerà a vivere nel suo ricordo e che gli sarà sempre vicino, qualunque cosa accada.

Non bisogna infine in nessun modo evadere le domande del piccolo. Se fa una domanda, dovete sempre avere una risposta pronta che possa soddisfarlo. Ma la cosa più sbagliata che si possa fare in questi casi è dire ad esempio “Quando sarai grande capirai” oppure “Adesso non è il momento di parlarne, arriverà il giorno in cui potremmo farlo”. Ricordatevi sempre che i bambini pendono dalle vostre labbra e che qualsiasi cosa direte gli rimarrà impressa nella mente.

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