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Orecchioni: con questo nome viene comunemente designata la malattia che in gergo scientifico è denominata parotite epidemica. La malattia compare con una serie di sintomi, tra cui il più caratteristico risulta il gonfiore delle ghiandole salivari situate sotto le orecchie, da uno solo e entrambi i lati del viso. Se trascurata, la parotite può portare con sé conseguenze anche tragiche.
Le peggiori si rivelano l’infiammazione e il gonfiore del cervello, nonché di altri organi per quanto, fortunatamente, si tratti di una eventualità piuttosto rara. Le complicazioni più rare, ma possibili, e drammatiche si rivelano la meningite, ovvero l’infiammazione del rivestimento del cervello e del midollo spinale, e l’encefalite, l’infiammazione del cervello stesso.
Orecchioni cosa sono
Gli orecchioni, oltre all’infiammazione in cui consistono, possono causare ulteriori complicazioni. Il 5% circa delle pazienti di sesso femminile in età fertile va incontro all’infiammazione delle ovaie. Essa può causare a sua volta nausea, febbre alta e dolore addominale. La situazione per i pazienti di sesso maschile si rivela però ben peggiore. In adolescenti e adulti maschi, infatti, la parotite può provocare una infiammazione dei testicoli, che questa volta colpisce circa il 25% del totale dei casi.
Dopo circa sette o dieci giorni dal gonfiamento delle parotidi, è uno dei due testicoli che inizia a gonfiarsi. Esso risulta dolorante ed è spesso associato a febbre alta, dolore addominale, mal di testa, vomito, nausea, brividi. Dolore e gonfiore del testicolo si affievoliscono in genere in un lasso di tempo compreso tra i tre giorni e la settimana. Nei casi peggiori, entrambi i testicoli possono rimanere coinvolti, ma il risvolto della sterilità rimane comunque un’eventualità remota.
Una complicazione che può colpire entrambi i sessi, pur risultando piuttosto rara, consiste nell’infiammazione del pancreas. Esso può anche sfociare, nei casi più gravi, in pancreatite, accompagnata da febbre molto alta, diarrea, ittero, dolore addominale e sensazione generale di malessere. Il 5% circa dei pazienti, infine, sembra incorrere, a causa della parotite, in una riduzione temporanea della capacità uditiva, ma danni permanenti riguardano solamente un caso su 20.000.
Contagio
Come si trasmettono gli orecchioni? Innanzitutto, è essenziale risalire a quelle che sono le loro cause. Il virus parotitico corrisponde al microrganismo responsabile di questa infezione. Esso è in grado di passare attraverso il tratta respiratorio, dove l’infezione avviene, fino alle ghiandole parotidi. Proprio qui, esso inizia a riprodursi freneticamente provocando il gonfiore. In alcuni casi, il virus può addirittura penetrare nel liquido cerebrospinale. Si tratta del fluido che protegge e circonda il sistema nervoso centrale. Da qui, esso può diffondersi in tutto l’organismo raggiungendo quindi anche il pancreas, il cervello, le ovaie e i testicoli.
Ma come si trasmette il virus della parotite da un soggetto a un altro? Esso può causare contagio in diverse circostanze. Il veicolo di trasmissione privilegiato rimane sempre la saliva, ma il contagio può avvenire per via diretta o indiretta. Il metodo indiretto si verifica quando il soggetto infetti si tocca mani e bocca e poi, con le mani su cui è rimasta una carica virale sufficiente, tocca qualsiasi oggetto (anche, banalmente una maniglia).
La persona che toccherà questo oggetto e poi una mucosa contrarrà a sua volta il virus. L’altra possibilità consiste nella condivisione di alcuni oggetti intimi come posate, bicchieri o asciugamani. La trasmissione diretta accade invece quando il soggetto infetto starnutisce, tossisce o anche semplicemente parla a distanza ravvicinata da un’altra persona. Così facendo, rilascia minuscole goccioline di salive che contengono il virus e che possono essere respirate dall’altro.
I soggetti affetti da orecchioni risultano contagiosi da qualche giorno prima della comparsa del gonfiore sino a qualche giorno dopo. Il virus potrebbe inoltre partire da persone che, pur non manifestando i sintomi della parotite, ne sono in realtà infette. La malattia può essere contratta una volta sola, poiché con la guarigione si acquisisce l’immunità.
Sintomi
Quali sono però i sintomi che permettono di diagnostica, prima della visita comunque obbligatoria dal medico, la presenza di orecchioni? Il tempo di incubazione della malattia risulta lungo, tanto che i primi sintomi compaiono tra i 14 e i 25 giorni dopo averla contratta. Nei giorni che precedono la comparsa del tipico gonfiore facciale, il sintomo più specifico, è comunque possibile che si presentino altri sintomi di ordine più generale. Essi consistono soprattutto in mancanza di appetito, dolori muscolari, febbre normalmente non particolarmente elevata che dura tra i tre e i quattro giorni e sensazione di malessere generale. Il sintomo chiave risulta comunque il gonfiore delle ghiandole parotidi situate sotto le orecchie, da uno o entrambi i lati della faccia.