Melatonina ai bambini, sì o no? Cos'è la melatonina, come viene prodotta e perché è importante per l'igiene del sonno.
Dopo il cambio dell’ora – nella notte tra il 27 e il 28 marzo scorso si è passati dall’ora solare all’ora legale – la qualità del sonno di grandi e piccini potrebbe risentirne. D’altronde, l’effetto assomiglia un po’ a quello del jet lag e di conseguenza si può far fatica ad addormentarsi. Molte mamme pensano quindi di ricorrere ai rimedi per far riposare i propri figli. Melatonina ai bambini, sì o no? Scopriamolo insieme.
La melatonina è una sostanza naturale e nell’uomo è secreta principalmente a livello cerebrale. Essa, non solo interviene nella regolazione del ritmo sonno-veglia, in quanto pacemaker del ritmo circadiano legato all’alternanza luce/buio, ma anche proprietà cronobiotiche. Questo significa che la melatonina funziona come un orologio biologico per l’organismo umano, influenzando svariati processi.
La melatonina è l’ormone definito “del sonno”. Prodotta dalla ghiandola pineale o ipofisi e la sua sintesi è strettamente condizionata dall’alternanza giorno e notte: il buio, infatti, stimola la produzione di melatonina, mentre la luce la inibisce. La produzione di melatonina, quindi, raggiunge il suo picco massimo durante le ore notturne, in particolare tre o quattro ore dopo l’inizio del sonno e va sempre più diminuendo verso la mattina. La melatonina è quindi l’ormone che interviene nella regolazione del ritmo sonno-veglia e contribuisce a regolarizzare le ore di riposo di una persona.
Nei neonati si ha una minor produzione di melatonina, dovuta a una funzionalità non ancora regolare dell’ipofisi. Proprio verso i tre anni di età, la ghiandola si stabilizza e la produzione di melatonina altrettanto aumenta.
La maggior parte delle applicazioni cliniche della melatonina in pediatria si sono focalizzate sui disturbi del sonno di diversa origine.
In pediatria la melatonina si è dimostrata efficace nel trattamento dell’insonnia, in particolare nella sindrome della fase del sonno ritardata. Inoltre, anche nei bambini con deficit di attenzione-iperattività, disturbi dello spettro autistico e, in generale, in tutti i disturbi del sonno associati a patologie mentali, neurologiche o ad altri disturbi medici.
Nei neonati, in particolare in quelli pretermine, la melatonina è stata utilizzata per ridurre lo stress ossidativo associato a sepsi, asfissia, distress respiratorio o stress chirurgico. Inoltre, la somministrazione attraverso l’allattamento materno o artificiale di melatonina, suoi analoghi o precursori, sembra migliorare il sonno notturno dei lattanti.
La melatonina può essere utilizzata in età pediatrica già a partire dal quinto-sesto mese di vita. Utilizzarla prima non avrebbe molto senso perché a quell’età manca la ritmicità circadiana. Per quanto riguarda il dosaggio generalmente si consiglia un integratore in gocce contenente 0,5-1 milligrammo di melatonina. Un dosaggio molto basso e sicuro per tutti i bimbi, senza effetti collaterali. Il dosaggio massimo di 1 mg è proprio il limite deciso dal Ministero della Salute, nel rispetto delle direttive dell’Unione Europea e dell’EFSA (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), per considerare la melatonina come un integratore.