Oggi la maternità dopo i 40 anni è qualcosa a cui guardare senza troppo timore... a patto però di valutare la storia clinica familiare e personale
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La società cambia continuamente e, con i cambiamenti sociali e soprattutto economici, anche l’età a cui si aspira alla maternità cambia.
Se fino a una ventina di anni fa avere figli a 40 anni o più era considerato un vero e proprio sbaglio, una pazzia, oggi non è più così e anzi la dovuta stabilità economica e sociale si raggiunge proprio dai 30 ai 40, così da poter pensare in maniera lucida alle possibilità di fare figli.
Cosa c’è da sapere se si decide di vivere la maternità dopo i 40 anni?
Come spiega anche Patrizia Forleo, direttrice dell’ambulatorio di Ginecologia e Ostetricia all’Ospedale Fatebenefratelli, il quale ha anche creato un ambulatorio specifico nominato “Mamme a 40 anni”, l’età gioca un ruolo fondamentale per l’insorgere di alcune piccole difficoltà, maggiorate dall’invecchiamento fisico, oltre che a dover adottare una serie di accortezze durante il periodo di gravidanza.
Il primo fattore a cambiare, mano a mano che gli anni passano, è il rischio di abortività spontanea. Il tempo pare infatti influire negativamente sulla qualità degli ovociti, spiega la dottoressa, oltre che a determinare un’incidenza maggiore di alcune patologie ostetriche come il diabete gravidico, l’epatosi gravidica, la preeclampsia o l’ipertensione. Queste patologie possono influire molto male nel concepimento e, spesso, si assiste a nascituri con un peso basso, specie rispetto a bambini nati da gravidanze di persone più giovani.
A peggiorare la situazione già di per sé non ottimale, spiega sempre Forleo, è la condizione di ansia delle mamme, le quali data l’età e i rischi maggiori, vivono il momento con maggiore ansia, fattore che incide moltissimo sulla gravidanza.
Ovviamente, ogni persona ha però un proprio approccio personale, sia fisico che mentale, a un percorso così importante e tassativo come la gravidanza. Così è importante, dice Forleo, guardare innanzitutto allo stile di vita della persona: fumatori e persone affette da obesità portano con sè rischi specifici, ma è davvero necessario guardare anche alla storia clinica della famiglia, se sono presenti ad esempio casi di diabete o ipertensione, o altre patologie significative. Inoltre, se la futura mamma ha avuto altre gravidanze, è di vitale importanza sapere il decorso di queste per avere un’idea degli eventuali rischi a cui può essere sottoposta.
In generale, quindi, le mamme che svolgono attività fisica e hanno una dieta bilanciata, che si “comportano bene”, evitando di prendere troppo peso nella gravidanza ed evitando assolutamente fattori di rischio come fumo o alcool, hanno sicuramente una possibilità concreta di evitare tanti problemi che la maternità dopo i 40, così come già quella dopo i 35, porta con sé.
Importante, conclude la dottoressa, tenere sott’occhio la situazione con controlli da valutare attentamente con i propri dottori e viene ribadita più volte dalla Forleo l’importanza di screening prenatale, per controllare la presenza di eventuali patologie del feto, oppure la formazione di cromosopatie, più comuni nei nascituri di donne oltre i 35 anni.
Essenziale, quindi, tenere sotto controllo non solo sé stessi, ma anche il proprio bambino, il quale specie in casi di fecondazione assistita, potrebbero anche essere parte di un parto gemellare, più comune con questo tipo di fecondazione.
Nonostante qualche rischio in più e la necessità di controllarsi più attentamente, oltre che stare più attente per i 9 mesi di attesa, la maternità dopo i 40 anni è qualcosa a cui guardare senza troppo timore. A patto si valuti la storia clinica familiare e personale, si abbia coscienza dei propri limiti e si faccia uno sforzo nel seguire uno stile di vita il più sano possibile, raggiungere il traguardo della maternità non è un obiettivo bloccato da limiti anagrafici.
Dopotutto, come ogni cosa, più fatica ci si mette per realizzarlo, maggiore soddisfazione darà il risultato finale.