Mangiare la placenta: nuovo trend tra i vip

Kim Kardashian e molte altre celebrità sostengono la placentofagia, ma secondo un recente studio è una pratica inutile e talvolta dannosa.

Le vip, si sa, seguono e lanciano sempre nuove mode. E Kim Kardashian è una delle donne che più di ogni altra riesce a influenzare le sue numerosissime fan. Fin dalla sua prima gravidanza, si è sempre dichiarata una sostenitrice di una pratica particolare: quella di mangiare la propria placenta, che pareva fosse ricca di benefici. Ma oggi uno studio smentisce questa convinzione.

Kim e le altre: le mangiatrici di placenta

La lista delle celebrità che hanno sostenuto e ancora sostengono la plancentofagia (vale a dire, mangiare la placenta dopo il parto) è lunga. L’influencer Kim Kardashian è probabilmente la più famosa tra loro, ma è in buona compagnia. Anche la sorella Kourtney, per esempio, si è dichiarata favorevole a questa pratica curiosa. Qualche tempo fa ha pubblicato su Instagram una foto in cui si è immortalata durante la placentofagia. Ma le “mangiatrici di placenta” sono numerose anche al di fuori dalla famiglia Kardashian: Coleen Rooney, Nicole Kidman e l’italiana Claudia Galanti, solo per dirne alcune.

Naturalmente, per ogni vip che segue una moda c’è un grandissimo numero di fan che la imitano. Vale anche per la placentofagia. Convinte più dall’esempio della propria beniamina che dalle evidenze scientifiche, molte donne hanno cominciato a chiedere di poter conservare e consumare la propria placenta dopo aver partorito.

Ma quali sono i benefici di questa pratica secondo le sue sostenitrici?

Benefici della placenta

La placenta è la sacca che racchiude il feto durante i nove mesi trascorsi nel corpo materno. Serve a collegare il corpo del bambino a quello della madre, a proteggerlo e a nutrirlo. Per questo è particolarmente ricca di vasi sanguigni e di villi. Dopo la nascita del bambino, la madre “partorisce” anche la placenta (il cosiddetto “secondamento”), che normalmente viene gettata tra i rifiuti biologici.

Perché, quindi, bisognerebbe tenerla e mangiarla?

Secondo alcuni, la placentofagia avrebbe molti vantaggi perché quest’organo è ricco di proteine, vitamine e ormoni. Quindi è altamente nutritiva. Ma i vantaggi sono soprattutto psicologici. Infatti, pare che rafforzi il legame tra mamma e figlio e che stimoli la produzione di endorfine nel cervello della madre. Le endorfine sono gli ormoni responsabili del buonumore. Per questo, mangiare la placenta può aiutare a prevenire e combattere la depressione post partum.

Le modalità della placentofagia

Ci sono diversi modi per mangiare la propria placenta. La modalità più naturale, ma anche quella più difficile da mandar giù (letteralmente), è consumarla cruda. È possibile anche cucinarla: ci sono vere e proprie ricette a base di placenta. Una di questa prevede di condirla con limone, zenzero e peperoncino. Invitante?

Altre donne preferiscono unirla a frutta e verdura per fare dei frullati. Ma il modo più semplice è sicuramente quella di assumerla, essiccata, in pastiglie.

Lo studio rivela: è una moda inutile

Tutte a mangiare placenta, quindi? Forse no. Un recente studio dell’Università del Nevada ha dimostrato che quella della placentofagia è solo una moda inutile e passeggera. Se non fosse sostenuta da star tanto famose, probabilmente sarebbe considerata semplicemente una stranezza di qualche donna e niente di più.

Non si tratta di una pratica dannosa, in linea di massima. Semplicemente, secondo lo studio, non ha particolari effetti positivi sulla madre. I ricercatori hanno somministrato pillole di placenta a 12 donne e pillole placebo ad altre 15. Dopo qualche settimana, non hanno riscontrato alcuna differenza significativa nei livelli vitaminici e ormonali dei due gruppi di donne.

I rischi della placentofagia

Ma, oltre che inutile, in alcuni casi questa pratica potrebbe rivelarsi pericolosa. Vale soprattutto per le donne che scelgono di consumare la placenta cruda. Senza un’adeguata cottura, infatti, la madre ingerirà gli eventuali virus e batteri presenti nella placenta, come lo streptococco B.

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