Roma è la sede di una storia dai contorni assurdi: una mamma obbliga il figlio di dodici anni a seguire una dieta gluten free pur non essendo celiaco. Contro la donna, una professionista quarantenne originaria di Roma, è stato aperto un processo seguito dal procuratore aggiunto Maria Monteleone (i pm del caso sono Maria Gabriella Fazzi e Elena Neri). Tra gli indagati è stato incluso anche il precedente avvocato della donna. L’uomo sarebbe colpevole di aver perseguitato con denunce e offese sia magistrati sia gli operatori della casa famiglia che sono stati a stretto contatto con il bambino. L’ex avvocato della donna dunque è accusato di diffamazione ed andrà a processo, è stato il gip Francesco Patrone a disporre il giudizio anche per lui.
Dieta obbligata e maltrattamenti psicologici
L’accusa nei confronti della donna è l’aver imposto un regime alimentare senza glutine non necessario al figlio, ma le accuse vanno oltre a questo. La quarantenne infatti è stata chiamata a giudizio per maltrattamenti soprattutto psicologici nei confronti del figlio dodicenne. La mamma, dichiarata colpevole, ha così perso la patria potestà a causa della sua folle ossessione per il gluten free. La donna infatti era fermamente convinta che il figlio fosse celiaco, nonostante non ci fosse nessun certificato medico a testimoniarlo.
Dietro a questa convinzione vi era la volontà della madre di eliminare la figura del padre dalla vita del figlio. L’intento era quello di andare a creare un rapporto “esclusivo ed alienante”, togliendo al bambino il diritto alla bigenitorialità . Il bambino era arrivato a rivolgersi al padre chiamandolo “quello” o “stupido”, pensando che volesse metterlo in pericolo offrendogli pane e pasta. L’uomo inoltre è stato perseguitato da numerose denunce portate avanti dalla donna, tutte risultate infondate.
Al momento il padre sta seguendo un percorso di riavvicinamento con il figlio, che sarà lungo e tortuoso. Si tratterà infatti di un processo piuttosto difficile, sia per il papà che per il bambino. L’uomo si è difeso dalle infondate accuse con l’aiuto degli avvocati Giuseppe Falvo e Federica Mondani. La donna lo accusò, tra le altre cose, di violenza ai danni del figlio e di aver tentato di avvelenarlo offrendogli cibi contenenti glutine Il Tribunale dei minori ha definito la situazione del bambino come quella di “un bimbo messo al carcere duro”. Non bastavano dunque tutte le attenzioni (ai limiti dell’ossessivo) della madre, le iscrizioni a circoli esclusivi di tennis, le lezioni private o un’abitazione in un complesso con piscina: secondo il Tribunale, al bambino mancava la serenità necessaria per un ragazzo della sua età .