Anche se i bambini che contraggono SARS-CoV-2 generalmente non sono colpiti da sintomi gravi, si stanno accumulando prove che alcuni possono subire effetti di lunga durata simili a quelli degli adulti. Long Covid nei bambini: di cosa si tratta e quali sono le conseguenze.
Long Covid nei bambini: cos’è
L’esito negativo del tampone molecolare sancisce nella maggior parte dei casi la guarigione dall’infezione e permette a chi è reduce dal Covid-19 di riprendere la propria vita all’interno della società. Non sempre però questo step pone fine alla malattia.
Con il passare dei mesi e l’aumentare dei pazienti, cresce infatti la quota di chi segnala alcuni sintomi che gli esperti oggi valutano come una possibile «coda» della polmonite interstiziale determinata da Sars-CoV-2. Da qui il nome di Long Covid dato a questo insieme di manifestazioni che, a leggere le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, non sono una rarità. Tutt’altro: a soffrirne sarebbero infatti 3 su 4 dei pazienti costretti al ricovero durante la fase acuta della malattia.
I centri sanitari di tutto il mondo stanno creando strutture per monitorare e affrontare il problema, anche tra i bambini. In un primo momento, il Long Covid era stato sottovalutato, scambiato per ipocondria o stress post-malattia. Invece è un problema di salute vero e proprio, che richiede trattamenti specifici. I sintomi della sindrome post Covid sono davvero vari:
- debolezza che non permette di fare sforzi;
- ansia;
- insonnia;
- dolori delle articolazioni e dei muscoli;
- cefalea;
- qualche linea di febbre;
- sensazione di malessere generale.
Long Covid: lo studio
Quello che viene chiamato Long Covid, cioè sintomi a lungo termine, colpisce anche la fascia d’età pediatrica, ossia fino ai 14 anni e i restanti giovani fino ai 18 anni. Il primo studio che presenta evidenze di Long Covid è stato condotto in Italia dal Policlinico Gemelli di Roma tra marzo e novembre 2020.
I risultati non sono per niente positivi. Infatti, ben il 52,7% ha manifestato almeno un sintomo 120 giorni dopo o più dopo la diagnosi. “A nostra conoscenza, questo è il primo studio che fornisce prove di Long Covid nei bambini. Più della metà ha riportato almeno un sintomo persistente anche dopo 120 giorni dal Covid-19, con il 42,6% indebolito da questi sintomi durante le attività quotidiane”, scrivono i ricercatori. Si tratta si sintomi come affaticamento, dolori muscolari e articolari, cefalea, insonnia, problemi respiratori e palpitazioni. Nello studio si parla di 1733 pazienti di Wuhan ai quali sono stati riscontrati sintomi persistenti nel 76% dei pazienti 6 mesi dopo la diagnosi iniziale.
Se dopo due mesi si avvertono ancora alcuni dei sintomi della malattia, occorre consultare il proprio medico di base, un cardiologo o un fisiatra. Attraverso alcuni esami specifici, dalla spirometria al test del cammino in 6 minuti, è possibile avere subito alcune importanti indicazioni sulla necessità e sulla tipologia di riabilitazione da effettuare.