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Le più belle favole per bambini sono davvero indimenticabili. Abbiamo infatti deciso di raccontarvi le fiabe più famose d’Italia che tutti noi, da bambini, abbiamo ascoltato più volte. Molte di queste fiabe non sono di origine italiana, ma sono semplici traduzioni; quindi, siamo sicuri che le conoscete anche voi!
Le più belle favole per bambini: splendide idee da scoprire
Cenerentola
La prima fiaba di cui vogliamo parlare è probabilmente una delle più conosciute al mondo. E se vi dicessimo che parla di una giovane serva che ha una matrigna cattiva e due sorellastre malvagie e che sogna di andare al ballo reale vestita da principessa? Avete già indovinato? Stiamo parlando di Cenerentola. Si tratta di una fiaba antichissima, le cui origini risalgono al periodo dell’Antico Egitto. Tuttavia, la versione moderna di questa fiaba è quella rielaborata dallo scrittore italiano Giambattista Basile, vissuto tra il XVI e il XVII secolo.
Cappuccetto rosso
La seconda fiaba che vogliamo raccontarvi inizia così: “C’era una volta una dolce bambina la cui nonna era molto malata. La madre le disse: porta questa focaccia e questo infuso a tua nonna: le faranno bene!” E la bambina partì per andare a casa della nonna”. Ma poi, vuoi perché mandare la propria figlia di 5 anni da sola nel bosco non è proprio un’idea brillante, vuoi perché la si lascia andare in giro vestita con un cappuccio rosso fuoco, cara mamma, non ci si poteva aspettare che tutto andasse per il meglio.
La volpe e l’uva
La prossima favola è probabilmente meno famosa, forse perché non ha avuto una trasposizione cinematografica di grande successo, ma, in ogni caso, è ancora una delle favole più conosciute scritte da Esopo, un notevole scrittore dell’Antica Grecia. La favola si diffuse ampiamente nel mondo latino grazie alla traduzione di Fedro. Fedro fu un notevole scrittore latino del I secolo d.C., famoso proprio per le sue favole.
La favola di cui parliamo si intitola “La volpe e l’uva”. La versione di Fedro recita: “Una volpe affamata stava saltando più in alto che poteva per cercare di raggiungere un grappolo d’uva appeso a un’alta vite. Poiché la volpe non riusciva a raggiungere l’uva, disse: “Non sono ancora maturi; non voglio raccoglierli se sono ancora acerbi!”. Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare dovrebbero applicare questo paradigma a se stessi”. Secondo la tradizione, la favola si conclude con una frase, la cosiddetta morale: una massima che generalizza il significato della storia e ha lo scopo di insegnare qualcosa al lettore.
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