La lallazione è una fase indispensabile dello sviluppo fisiologico linguistico del neonato. Essa può presentarsi con diversi ritmi.
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La lallazione rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo fisiologico linguistico dei neonati. Si tratta di un processo che può essere incoraggiato, attraverso alcune semplici accortezze, dai genitori. Spesso basta parlare spesso ai propri bambini e imitare i suoni da loro emessi per incitarne lo sviluppo nel linguaggio. Inoltre, proprio per i genitori, questo processo risulta normalmente molto gratificante, poiché potrebbero facilmente sentire pronunciare le parole ‘mamma’ e ‘papà’, nonostante il bambino non vi attribuisca ancora un significato.
Ma, ciò detto, in cosa consiste la lallazione? Essa coincide con quello stadio dello sviluppo linguistico in cui il bambino non è ancora in grado di utilizzare il linguaggio, formulando parole di senso compiuto, ma tuttavia comincia e emettere suoni che, insieme costituiscono sillabe. Tali sillabe sono normalmente date dall’associazione di una consonante a una vocale. Proprio per questo, i genitori che parlano al lattante credono spesso di sentirsi chiamare: le sillabe da lallazione più diffuse sono proprio ‘MA-MA’ oppure ‘PA-PA’, oltre alla classica ‘LA-LA’, che dà origine anche al nome (in inglese babbling). Nello stesso momento, si sviluppa significativamente la capacità imitativa dei piccoli. Il bambino si diverte a provocare reazioni nell’ambiente circostante, interagisce sempre di più con gli adulti e comincia ad acquisire consapevolezza del contenuto emotivo del linguaggio adulto, pur non essendo ancora in grado di attribuire significato alle parole.
In concomitanza con la lallazione, si sviluppano nel bambino altre importanti abilità. Innanzitutto, lo sviluppo delle sue capacità motorie gli conferisce un maggior controllo sui movimenti della mascella, ma non ancora a sufficiente su quelli di labbra e lingua. Inoltre, il piccolo acquisisce anche in altri modi il senso del ritmo, innanzitutto imparando a battere alcuni oggetti con le mani. Nello stesso periodo, il bambino impara a riconoscere sé stesso come distinto dagli altri. Ciò gli permette di passare da un uso non intenzionale della comunicazione a uno intenzionale, rendendola anche finalizzata. La lallazione, infatti, costituisce una tappa essenziale nel rapporto comunicativo tra genitori e figli. Sebbene i suoni emessi non abbiamo ancora un vero significato, infatti, il piccolo inizierà, grazie al ritmo e al suono della voce, a imprimere nelle proprie sillabe le emozioni che intende trasmettere, come gioia, rabbia, tristezza.
Quando comincia la lallazione? Si tratta di una domanda che tormenta interiormente la maggior parte dei genitori, per due motivi. Innanzitutto, sentire il proprio figlio che inizia a comporre sillabe rappresenta un momento carico di valore emotivo. Inoltre, molti papà e mamme aspettano con ansia questo momento per assicurarsi che il bambino si assicuri uno sviluppo normale dal punto di vista linguistico. I primi cenni di lallazione canonica compaiono normalmente tra il sesto e il settimo mese di vita del bambino. Tuttavia, questa tempistica può spaziare notevolmente, in un lasso di tempo compreso tra il quarto e il decimo mese di età.
La lallazione si divide inoltre in due fasi distinte e consecutive: la lallazione canonica e la lallazione variata. La prima deve durare alcuni mesi prima di dare inizio alla seconda. Ogni bambino è un mondo a sé e possiede i suoi propri ritmi. Dunque, non preoccupatevi se il vostro comincia la lallazione in ritardo, anche di alcuni mesi. Probabilmente non si tratta affatto di un inizio in ritardo, ma semplicemente che rispetta i suoi tempi. Tuttavia, se entro l’anno il fenomeno non si è ancora manifestato, è il caso di rivolgersi al pediatra.
Come abbiamo accennato, la maggior parte delle volte si cerca nel presunto ritardo della lallazione una causa che corrisponde semplicemente ai ritmi di sviluppo personali. Tuttavia, un ritardo eccessivo potrebbe rappresentare il sintomo di qualche problema. Uno dei più diffusi potrebbe essere quello di ipoacusia: il piccolo, non avendo un udito sufficientemente sviluppato, non riesce a imitare alcuni suoni. Ricordiamo infatti che l’abilità imitativa costituisce la base dello sviluppo del linguaggio e delle capacità linguistiche.
Come abbiamo detto se, superati i dodici mesi di vita, il bambino non ha ancora cominciato la fase della lallazione canonica, bisogna parlarne con il proprio pediatra. Il primo passo per identificare le cause del ritardo nel linguaggio sarà quello di raccogliere tutte le informazioni necessarie sulla gravidanza e sul parto, sulle tappe evolutive e sulla storia familiare. Il medico, infatti, sarà allertato da qualsiasi trauma che potrebbe mettere a rischio il sistema nervoso centrale (traumi, infezioni intrauterine congenite, asfissia, prematurità). Inoltre, risultano maggiormente a rischio di ritardo nella parola e nel linguaggio quei bambini con una storia di sordità o che hanno sofferto di meningite batterica o di otite media persistente e ricorrente. Sarà necessario studiare il sistema nervoso centrale e le strutture del naso, della gola e dell’orecchio.