La lallazione è una fase indispensabile. Ma quando comincia canonicamente? Come deve essere stimolata e quanto dura?
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La lallazione (o babbling in inglese) è una fase che caratterizza lo sviluppo di tutti i neonati. Si tratta normalmente di uno degli eventi maggiormente attesi dai genitori, carico di emozioni ma anche di ansie legate al fatto che possa non presentarsi entro i tempi previsti o non presentarsi affatto.
Per evitare preoccupazioni immotivate, abbiamo redatto una piccola guida che possa offrire ai genitori dei più piccoli tutte le informazioni necessarie sulla lallazione canonica, sulle sue tempistiche e sulle migliori tecniche che gli adulti possono adottare per cercare di stimolarla.
Ma che cos’è, in realtà, la lallazione? Si tratta di una fase dello sviluppo infantile che precede in linguaggio. Durante questa transizione, il neonato non è ancora in grado di parlare e di far susseguire parole o frasi di senso compiuto. Tuttavia, lei o lui inizia a emettere suoni che rassomigliano a sillabe, tanto che molto spesso si ha l’impressione che stia pronunciando le tanto attese parole ‘mamma’ e ‘papà’.
La lallazione coincide con un periodo della vita neonatale in cui intervengono molti altri cambiamenti. Innanzitutto, il bebè comincia ad acquisire nuove competenze motorie.
Queste gli consentono, tra le altre cose, una maggiore padronanza dei movimenti della mandibola, ma non ancora di quelli che interessano la lingua e le labbra. Inoltre, con la maturazione dello sviluppo cognitivo, il piccolo acquisisce competenze che gli permetteranno di passare a usare atti comunicativi intenzionali e finalizzati. In questo momento, inoltre, il bambino inizia a riconoscere sé stesso come persona diversa dalle altre: questo gli consente di passare a una comunicazione intenzionale.
La lallazione rappresenta una tappa molto importante nel processo dello sviluppo della comunicazione tra il bambino e i suoi genitori. Sebbene le singole sillabe non possiedano un significato linguistico, infatti, il bebè le utilizza per manifestare i propri differenti stati d’animo, come la gioia, il dolore, la tristezza. Questo può avvenire grazie alle variazioni del ritmo e del tono della voce con i quali i suoni in questione vengono emessi.
La lallazione è anche un’attività fondamentale per lo sviluppo sensoriale e motorio e della coordinazione articolatoria del neonato. Questa fase, infatti, inizia in concomitanza con l’attività ritmica di differenti parti del corpo. In particolare, il bambino impara a battere ritmicamente alcuni oggetti con le mani. Inoltre, durante questo periodo si sviluppa in modo significativo la capacità imitativa del bambino.
Lei o lui si diverte a provocare reazioni nell’ambiente circostante e inizia ad assumere consapevolezza rispetto al contenuto emotivo del linguaggio adulto.
La lallazione canonica comincia, mediamente parlando, tra il sesto e il settimo mese di vita della bambina o del bambino. Questa fase dello sviluppo fisiologico linguistico può comunque subire alcune variazioni, in termini di tempistiche, iniziando tra il quarto e il sesto mese di età.
Per quanto concerne questa fase, dunque, bisogna considerare un assioma che vale per qualsiasi tappa dello sviluppo: ogni bambino è unico e i suoi ritmi sono differenti da quelli di tutti gli altri.
Di conseguenza, anche per quanto riguarda lo sviluppo del linguaggio e l’attività comunicativa attraverso i suoni, essi possono variare anche notevolmente da bambino a bambino. Quindi, sia che la lallazione inizi con ritardo, sia che si prolunghi nella durata, ciò non deve destare preoccupazioni o inquietudini.
Esistono metodi che i genitori possono impiegare per stimolare la lallazione dei propri figli? Ovviamente sì. Tali strumenti sono consigliati, ma dobbiamo avvertirvi di non scoraggiarvi qualora non dovessero funzionare. Come spiegato, ogni bambino deve seguire i propri ritmi. Di conseguenza, se vostro figlio non emette suoni nonostante i vostri tentativi, non abbattetevi pensando che ci sia un problema nel suo sviluppo o nelle vostre abilità nell’interagire con lui o lei. Probabilmente il momento non è ancora giunto.
Innanzitutto, vi consigliamo di conversare con i vostri bambini, guardandoli mentre si trovano sdraiati o anche tenendoli in braccio e portandoli in giro. Come spiegato, in concomitanza con la lallazione si sviluppa nei neonati anche l’abilità imitativa. Parla di qualsiasi cosa, alternando frasi di senso compiuto, domande retoriche e vocalizzi. Il bambino non capirà immediatamente il significato delle parole, ma imparerà presto a riconoscere le differenti intonazioni. Inoltre, ripeti i suoi vocalizzi e le sue sillabe: in questo modo, il piccolo capirà che gli stai prestando tutta la tua attenzione e si sentirà gratificato.
La lallazione canonica rappresenta la prima di due fasi diverse e consecutive. La lallazione canonica si presenta con la ripetizione di alcune sillabe, normalmente composte da una consonante e una vocale, come ‘MA-MA-MA’ oppure ‘PA-PA-PA’. Per questa ragione, i genitori credono spesso che il figlio li stia chiamando, nonostante questi non sia ancora in grado di attribuire significato a ciò che dice.
La lallazione canonica dovrebbe comparire entro l’anno di età: se ancora non si è presentata entro i dodici mesi, è consigliabile parlarne con il pediatra. Prima di passare da questa fase alla lallazione variata, dovrebbero trascorrere alcuni mesi.