I pidocchi sono parassiti odiosi e fastidiosi ma, soprattutto per i bambini, è difficile evitarli. Vediamo dunque come comportarsi se si presentano.
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Le epidemie di pidocchi sono molto diffuse. Ciò vale in particolar modo per i bambini e, seppure in misura minore, per gli adolescenti. Infatti, sebbene non ci sia una fascia di età strutturalmente più predisposta delle altre alla pediculosi del capo, esiste la discriminante delle abitudini. Lo stile di vita dei giovani, e ancor più dei bambini, li porta a trascorrere insieme più tempo e ad avere più contatto fisico tra loro rispetto ai più anziani. Non è infatti un caso se scuole, palestre, centri sportivi e ricreativi e collegi rappresentano un terreno fertile per la proliferazione dei pidocchi. Scampare all’epidemia è davvero difficile e non esistono metodi sicuri di prevenzione. Vediamo dunque come comportarci se scopriamo delle lendini.
Il trattamento d’eccellenza contro i pidocchi è quello che consiste in un apposito shampoo. Si tratta, nello specifico, di uno shampoo antiparassitario. In commercio ne esistono davvero molto di questo tipo. Di conseguenza, se il tuo bambino o bambina soffre di pediculosi, rivolgiti al tuo pediatra di fiducia per farti consigliare sul prodotto e sulla marca migliori. Prima di addentrarci nel merito della natura di tali shampoo, sono necessarie alcune precisazioni.
La seconda precisazione necessaria in questa sede è che il trattamento contro i pidocchi non è affatto opzionale. Si tratta infatti dell’unica maniera di debellare i parassiti. Inoltre, un bambino infetto non potrà frequentare normalmente le lezioni scolastiche fino ad accertata risoluzione del problema. Se, infatti, la pediculosi risulta accertata, il bambino potrà tornare a scuola solo il giorno seguente l’esecuzione accurata della terapia.
I piccoli utilizzano, all’asilo, molti giocattoli in comune e si trovano in molti all’interno di uno spazio chiuso e relativamente ristretto. Per la scuola dell’infanzia sono valide le stesse disposizioni generali già elencate, che regolano l’accesso alla struttura scolastica di bambini affetti da pediculosi o sui quali si nutrano dei sospetti. Inoltre, non è raro che si verifichino episodi di recidive, legati soprattutto a una scarsa attenzione da parte dei genitori. In questa circostanza, gli insegnanti possono organizzare incontri per cercare di sensibilizzare maggiormente.
Inoltre, i casi accertati e quelli sospetti devono esibire una certificazione medica di non contagiosità per poter continuare a frequentare la scuola. Nel caso in cui ciò non avvenga, gli studenti interessati dovranno essere allontanati dalla struttura, almeno sino alla presentazione della documentazione indispensabile.
Quest’ultima deve essere necessariamente certificata da parte del medico curante. Inoltre, in caso di sospetta pediculosi, gli insegnanti sono tenuti a informare tempestivamente le famiglie. Il sospetto può derivare dallo scorgere direttamente le lendini ma anche dal semplice notare grattamenti frequenti della testa. Gli alunni individuati potranno rientrare a scuola accompagnati da un’autocertificazione firmata da almeno uno dei genitori. Questo documento serve ad accertare che i controlli sono stati eseguiti. Nel caso in cui lendini o pidocchi fossero stati effettivamente trovati, esso deve altresì assicurare che il bambino o la bambina è stato sottoposto al trattamento adeguato alla loro rimozione.
La prima concerne un altro tipo di shampoo, ovvero quello preventivo. Pur essendo straordinariamente diffusi, anche nelle farmacie, tali prodotti presentano un’efficacia preventiva pressoché nulla. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, non esistono prodotti che impediscano a priori a un parassita di infestare una persona, fatta eccezione per gli insetticidi. Al contrario, continui trattamenti a base di shampoo o gel si rivelano, oltre che inutili per lo scopo che si prefiggono, anche dannosi. Il loro utilizzo potrebbe comportare infatti l’assorbimento, attraverso la cute, di sostanze tossiche, particolarmente rischiose per i bambini. Inoltre, essi potrebbero causare l’isolamento dei parassiti, che diverrebbero così immuni al prodotto stesso.
Una delle marche migliori di shampoo per combattere i pidocchi è Mediker. Lo shampoo Mediker A.P. (ovvero anti-pediculosi) è reperibile anche online a prezzi abbastanza modici. Si tratta di una shampoo pratico e adatto a tutti, in particolar modo ai bambini. Ciò significa che non esistono controindicazioni nemmeno all’uso su bambini molto piccoli, di età inferiore ai sei anni. Non dobbiamo dimenticare infatti che sono proprio le bambine e i bambini della scuola dell’infanzia quelli maggiormente soggetti alle epidemie di pidocchi. Tale tendenza si verifica poiché, durante il periodo della scuola materna, i bambini sono liberi di muoversi e giocare, anziché seduti ai rispettivi banchi. Ciò rende più frequente sia il contatto diretto sia le possibilità di contagio indiretto.
Alla base dello shampoo antiparassitario Mediker troviamo l’azione di d-Fenotrina. Si tratta di un piretroide ad ampio spettro, dotato di una azione neurotossica. Quest’ultima consente al prodotto di eliminare pidocchi e parassiti. Oltre ad essere facile da applicare, il prodotto presenta il vantaggio di donare un sollievo immediato in seguito al trattamento.
Lo shampoo è il primo, e probabilmente il più importante, passo nel trattamento contro i pidocchi. Ma non è l’unico e di certo la missione non si esaurisce di colpo con la sua applicazione. Al contrario, per eliminare la pediculosi del capo esiste un altro prezioso alleato: il pettine a denti stretti.
I pidocchi infatti non sono solo fastidiosi, bensì anche insidiosi. Ciò significa che potrebbero facilmente ripresentarsi o, meglio, che la loro eliminazione non è così ovvia e scontata. Per assicurarvi di aver eliminato tutte le loro uova, la shampoo antiparassitario non è sufficiente. Questo, certo, dovrebbe uccidere parassiti e lendini. Tuttavia, è facile che qualcuna di queste ultime sfugga alla sua azione e, se lasciata indisturbata, tornerebbe a proliferare. Per scongiurare questo rischio, si rende necessaria qualche accortezza. In primo luogo, bisogna prestare molta attenzione durante l’applicazione dello shampoo.
Esso va spalmato in modo abbastanza omogeneo su tutta la testa. Questa deve poi essere massaggiata energicamente con le mani, soffermandosi in particolar modo nella parte inferiore della nuca, vicino al collo, dietro le orecchie e sopra le stesse. Il prodotto deve essere lasciato agire per almeno una decina di minuti prima di procedere al risciacquo. Ma, anche così, potrebbero essere sopravvissute alcune uova.
Entra quindi in gioco il secondo strumento irrinunciabile: il pettine a denti stretti. Il pettine in questione si rivela provvidenziale in almeno tre diverse tappe della lotta contro i pidocchi. La prima precede addirittura l’applicazione dello shampoo. Si tratta infatti del controllo visivo, l’unico metodo di prevenire i parassiti e intervenire tempestivamente nel caso in cui questi siano già presenti. Con l’aiuto del pettine a denti stretti, infatti, è possibile ispezionare qualsiasi chioma, anche le più lunghe e folte.
Esso consente infatti di separare i capelli in piccole ciocche, da controllare con attenzione una a una. Per rilevare la presenza di lendini -il pidocchio è molto più difficile da individuare- dobbiamo concentrarci sui punti più vicini all’attaccatura dei capelli e al cuoio capelluto. Le lendini hanno pressapoco le dimensioni della capocchia di uno spillo, sono traslucide, con un colore che varia dal bianco al marrone, e hanno una forma allungata. Dopo lo shampoo, il pettina torna in gioco. Per tutta la settimana successiva al trattamento con tale prodotto, infatti, sarebbe saggio procedere alla cosiddetta deovulazione meccanica. Questa consiste nel passare il pettine a denti stretti nella chioma, scandagliandola in tutta la sua lunghezza. L’operazione va eseguita almeno una volta al giorno. Dopo il primo caso, almeno per qualche mese, l’operazione di controllo e di prevenzione con il pettine dovrebbe essere ripetuta ogni 15 giorni.
Ricordiamo inoltre che, una volta eliminati i pidocchi dalla testa del bambino, l’epidemia potrebbe non essere ancora completamente debellata. E’ infatti possibile, per non dire frequente, che una persona infetta da pediculosi contagi inconsapevolmente gli altri membri della famiglia. Ciò accade con maggiore facilità quando si condividono cuscini, spazzole, pettini o addirittura asciugamani. Questi ultimi non andrebbero mai utilizzati da più di una persona anche in assenza di pidocchi, per una semplice norma igienica. Dopo aver sottoposto il bambino al trattamento, è quindi necessario disinfettare tutti questi oggetti. Ma, soprattutto, sarà indispensabile ripetere l’operazione di controllo e ricerca delle lendini su ogni membro della famiglia. In questo modo, qualora qualcuno fosse stato contagiato, sarà possibile intervenire in tempi brevi ed evitare il degenero del problema o una nuova epidemia.
Non occorre precisare che per ogni membro della famiglia va utilizzato un pettinino diversi, soprattutto quando il caso di pediculosi è stato accertato. Il controllo deve essere, per ognuno, profondo e accurato, così da escludere il pericolo di passaggio del parassita. A tal proposito di rende necessario un ulteriore appunto. Sebbene i pidocchi colpiscano più frequentemente i capelli lunghi, la correlazione tra questi due fenomeni non è così forte. Tagliare spesso i capelli o mantenerli corti non assicurerà quindi che i parassiti non si presentino nuovamente.
Per quanto riguarda i pettini a denti stretti da utilizzare per le operazioni di controllo e di rimozione meccanica delle uova, ne esistono dei tipi più disparati. Possono essere in plastica -i più diffusi-, in legno o in metallo -i più indicati-. Questi consentono di eseguire manualmente i processi già descritti. Ma è possibile anche procurarsi un pettine a denti stretti di natura diversa. Stiamo parlando infatti del pettine elettrico, che esegue autonomamente la rimozione delle uova.